Legge di Stabilità, spunta la tassa su Google per il taglio del cuneo fiscale

Spunta la tassa su Google per il cuneo fiscale
Spunta la tassa su Google per il cuneo fiscale

ROMA – Una tassa su Google per raccogliere qualche soldo in più da destinare all’abbassamento del cuneo fiscale. E’ l’idea che circola nel governo ed è l’idea che prenderà a breve la forma di un emendamento alla legge di stabilità a firma Pd.

Per le modifiche alla legge prima dell’arrivo in Aula c’è tempo fino a giovedì. E il governo Letta lavora ad una serie di aggiustamenti nel tentativo di rendere il percorso della Legge meno aspro possibile in Parlamento. Così, spunta l’idea della tassa su Google.

Ma come? Le difficoltà di certo non mancano. In teoria si tratterebbe di tassare quella porzione di profitti, pubblicitari, che Google incassa con il traffico italiano. Idea non nuovissima ma di non facile realizzazione. Perché  Google e gli altri colossi web non fanno passare questi profitti in Italia, anche se sono riferiti a traffico generato qui.  Sarà quindi necessario imporgli una forma di presenza più evidente, una sorta di partita Iva. 

Ammesso e non concesso che si riesca nell’impresa (obiettivo è raggranellare un miliardo) c’è poi la questione di come utilizzarli. Il Pdl chiede di ridurre il numero di beneficiari del taglio del cuneo fiscale per aumentare l’impatto del provvedimento. Tradotto: evitare la beffa dei 14 euro. Linea in parte condivisa anche dal Pd  che come scrive il Giornale

vorrebbe limitare la platea dei beneficiari a chi guadagna al massimo 28mila euro, ma si potrebbe arrivare anche a 30-35mila, mentre il testo del governo parla di 55mila euro. Ai finanziamenti per il cuneo il Pd vorrebbe aggiungere 1 miliardo di euro, reperito dalla tassazione su Google e sugli altri «big» della rete. Sempre il Pd vorrebbe estendere le deduzioni Irap non soltanto ai neo-assunti, ma a una platea molto più ampia.

Prima, però,  ci vogliono i soldi. E tassare Google non sarà facilissimo.

 

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