ROMA – Alla fine la data sarà quella del 27 gennaio. Giorno in cui la riforma della legge elettorale approderà alla Camera. Una decisione, quella presa dai capigruppo a Montecitorio, che accontenta il Pd, impuntato sul termine ultimo del 31 gennaio. Angelino Alfano, dal canto suo, aveva replicato: “Per noi è ok la prima settimana di febbraio”.
Nel dettaglio, fino al 17 gennaio sul tema ci sarà una indagine conoscitiva in commissione, dove la discussione avrà inizio dal 20 gennaio e dove si concluderà in tempo per fare approdare il testo in aula il 27 gennaio.
A dire che il Nuovo centrodestra non ha alcuna intenzione di rinviare alcunché era stato il vicepremier Alfano:
“Sulla legge elettorale ci va bene un’agenda dei tempi che chiuda il percorso alla Camera nella prima settimana di febbraio. E’ la nostra apertura a Renzi: ci fidiamo e siamo convinti che Renzi non userà l’approvazione rapida della legge per tornare al voto“.
Ma ad attaccare frontalmente Ncd erano stati poco prima tre deputati democratici:
“Il nuovo centrodestra – sono state le parole usate da Lorenza Bonaccorsi, Federico Gelli ed Ernesto Magorno – scopre le carte: vuole ritardare la riforma della legge elettorale tentando di allungare in conferenza capigruppo i tempi per la calendarizzazione in aula alla Camera. Il Pd e il segretario Renzi sono stati chiari – avevano detto ancora i tre parlamentari -, la legge elettorale deve approdare in aula entro la fine di gennaio. Non si possono più prendere in giro i cittadini.
Dopo nove anni di Porcellum e centinaia di migliaia di persone che hanno firmato il referendum per l’abolizione è comico sostenere che serve altro tempo per discutere. Se il partito di Alfano e Renato Schifani ha intenzione di fare melina, sappia che il Pd non ci sta e andrà avanti. Ce lo hanno chiesto i tre milioni che hanno votato alle primarie”.