X

Dispetto a Bersani, Commissione vota ok premio di maggioranza solo al 42,5%

di Alberto Francavilla |6 Novembre 2012 18:04

Senato della Repubblica, la Commissione Affari Costituzionali vota l’ok al premio di maggioranza oltre il 42,5%. Dispetto al Pd

ROMA – Premio di maggioranza solo oltre il 42,5%: la commissione Affari Costituzionali al Senato ha dato il via libera a un emendamento alla legge elettorale in base al quale si conquista il premio di maggioranza solo oltre la soglia del 42,5%. Un dispetto al Pd che, sondaggi alla mano, è attualmente il favorito al voto delle politiche 2013, ma con percentuali ben più modeste che si attestano attorno al 30%. Un dispetto tanto più se si va a guardare che si è trattato di un voto di maggioranza: a  favore hanno votato Api, Lega, Mpa, Udc e Pdl, contro Pd e Idv. Ancora in discussione le proposte riguardanti il caso in cui nessuno vinca il premio di maggioranza. Il premio del 12,5% del testo Malan verrebbe, quindi, assegnato a chi raggiunge il 42,5% per un totale, dunque, del 55%.

Non passa, invece, per un voto (12 a 13), un emendamento alla legge elettorale a firma del capogruppo dell’Mpa al Senato, Giovanni Pistorio, che cancellava la quota di un terzo di liste bloccate previste nel testo base Malan e lasciava solo preferenze. A favore hanno votato Pd e la Lega e contro Pdl e Udc.

Con l’attuale legge elettorale, il cosiddetto Porcellum, chiunque vinca le elezioni, con qualunque percentuale, prende un premio di maggioranza pari al 55%. La linea del Pd finora è stata quella di continuare a trattare sulla riforma per evitare di trovarsi isolato da un nuovo asse Pdl-Lega-Udc. Il rischio, infatti, è quanto temono i Democratici, è quello di un voto sulla riforma senza il Pd che potrebbe dare il destro agli altri partiti di intestarsi, indipendentemente dall’esito finale del provvedimento, la volontà di riformare l’attuale legge indicando i democratici come quelli che vogliono mantenere il Porcellum.

Proprio questa mattina il leader del Pd, Pierluigi Bersani aveva avvertito: niente colpi di mano in Parlamento. Il segretario democratico aveva ribadito il suo no a “votazioni random e a forzature. Perché comunque, sarebbe imperdonabile una legge elettorale che impedisse la governabilità”. Finora però l’ok è giunto soltanto in Commissione, e su un solo emendamento, seppur determinante: quando la parola passerà al Parlamento sarà problematico votare un’intera legge senza quello che attualmente è il primo partito italiano.

Sia chiaro che se ci si ferma ad oggi noi non ci stiamo non per noi ma per l’Italia – ha commentato a caldo Bersani – Questo impianto va profondamente aggiustato”. ”Evidentemente c’è qualcuno che per paura che governiamo noi vuole impedire la governabilità del Paese. Ma sul punto della governabilità noi non cederemo in nessun modo”.

Brusco il commento della capogruppo dei senatori Pd, Anna Finocchiaro, secondo la quale l’ok all’emendamento “rompe il dialogo sulla riforma“. ”Ora – conclude – faremo le nostre proposte in aula. Il lavoro di commissione è compromesso”. “Noi presenteremo un emendamento per l’Aula se fisserà una soglia al 40% però un premio al 54% oppure un premio al primo partito del 10-12%”, aggiunge. “Coloro che hanno votato l’emendamento Rutelli sulla soglia al 42,5 – avverte – sono forze politiche che vogliono consegnare il Paese ad una situazione dove nessuno vince e nessuno perde”. Noi del Pd, invece, vogliamo una legge che dia stabilità al Paese. Purtroppo si sono avverate le previsioni di Bersani”, conclude.

Laconico il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini, secondo il quale “l’individuazione di una soglia era cosa sacrosanta dopo i rilievi della Corte Costituzionale”.  Per Casini il testo è “migliorabile”. E non ha nulla a che vedere con il Monti-Bis: ”Cosa c’entra questo?”, è la sua replica ai giornalisti.

“Oggi si è votata la ingovernabilità della prossima legislatura”, ha detto il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda. “Mi auguro che in Aula le decisioni di questa rinnovata maggioranza Pdl-Lega cambino. Ma, se la soglia dovesse rimanere questa, avremmo una legislatura ingovernabile”. “Nel 2005 l’ingovernabilità della legislatura successiva era stata decisa con il porcellum, cioè con le liste bloccate. Adesso si vuole arrivare all’ingovernabilità della prossima legislatura mettendo una soglia irraggiungibile”.

Scelti per te