Legge elettorale, la proposta di Alfano, il no di Casini

ROMA, 24 SET – Il Porcellum non ha piu' padri. Prima rinnegato dal suo 'inventore' Roberto Calderoli, poi minato dal referendum, da ieri anche il Pdl lo mette in discussione. Il segretario Pdl Angelino Alfano indica nel confronto prima con la Lega e poi in Parlamento la via per la riforma elettorale e punta a ''capovolgere'' il sistema: ''non piu' parlamentari calati dall'altro ma spinti dal basso''.

Scettici appaiono, invece, il governatore Roberto Formigoni ed il leader centrista Pier Ferdinando Casini che vedono precipitare la situazione verso il voto nel 2012 mentre il Pd e' pronto ad andare a vedere le carte del segretario del Pdl.

I contorni della riforma elettorale, che fino all'altro ieri non era nelle priorita' del Pdl, sono vaghi ma Alfano, tra ieri e oggi, ha messo alcuni paletti: il bipolarismo non si tocca mentre e' ora di tornare alle preferenze, mettendo fine all'attuale situazione di un Parlamento composto da membri decisi dai vertici di partito.

''Noi siamo – afferma il segretario Pdl – per capovolgere il sistema elettorale: oggi i parlamentari sono calati dall'alto, vogliamo che siano spinti dal basso''. Punto su cui tutte le forze politiche, anche ascoltando gli umori dell'elettorato, sono d'accordo mentre sul bipolarismo e' difficile che il Pdl riesca a portare dalla sua parte una forza, come l'Udc, che molti nel Pdl vorrebbero riavere come alleata di governo. Ed infatti Casini liquida come ''buffonata'' la possibilita' di applicarsi sulla legge elettorale ''quando il rischio Grecia sembra concretizzarsi''.

Ma, in ogni caso, mette in chiaro che ''il bipolarismo ha messo il paese in ginocchio''. Contro ipotesi di ''baratto'' tra riforma elettorale e alleanza al voto con l'Udc il vicesegretario Pd Enrico Letta mette in guardia la maggioranza. ''A parole – sostiene – le aperture di Alfano sono interessanti, noi siamo disposti a ragionare ma ovviamente diciamo no alla legge elettorale come baratto di equilibri di governo''.

Ma la sorpresa e' che, ora che il referendum sembra aver raggiunto le 500mila firme, anche nel Pdl si alzano voci contro il Porcellum e sulla necessita' di una riforma in Parlamento. Critiche che arrivano da semplici deputati, come Michela Biancofiore, ma anche da ministri, come Saverio Romano. ''Andava cambiata da tempo, i nostri elettori hanno le tasche piene'' di non decidere, e' la diagnosi di Roberto Formigoni.

La realta' e' che, se i due quesiti referendari fossero ammessi a gennaio, il timing per cercare un'intesa in Parlamento sarebbe risicatissimo e certamente le tensioni dentro la maggioranza non aiutano. Un quadro che il presidente della Regione Lombardia dipinge senza giri di parole: ''Io prevedo che verra' ammesso il referendum elettorale non gradito ne' a noi ne' ai nostri alleati e quindi immagino che le elezioni nel 2012 siano la probabilita' piu' vicina''.

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