Legge elettorale. Sarà par condicio uomo-donna per i candidati in tv

Pubblicato il 14 Febbraio 2012 - 09:12 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Le trasmissioni di comunicazione politica in campagna elettorale dovranno tener conto non solo della par condicio di tutte le forze politiche, ma anche di quella tra candidati uomini e candidate donne. E’ quanto prevede un emendamento del Pd a una proposta sulle quote rosa approvato in commissione Affari Costituzionali alla Camera.

Detto altrimenti, sotto elezioni,  nelle poltroncine dei vari Porta a Porta, Ballarò, Matrix,  dovranno sedere tante donne quanti uomini. La nuova regola forse non piacerà agli autori delle trasmissioni televisive, che già devono cimentarsi con il bilancino per dosare la composizione politica dei loro invitati  e che ora dovranno tener conto anche del sesso dei loro ospiti. Ma farà probabilmente  felici quanti auspicano una maggior presenza di donne nella vita politica.

La proposta di modifica, a prima firma di Sesa Amici, componente dell’ufficio di presidenza del gruppo del Pd della Camera, prevede, infatti, l’applicazione dell’articolo 51 della Costituzione (che prescrive il perseguimento delle pari opportunità uomo-donna) anche ai programmi politici televisivi in campagna elettorale.  Ma c’è chi, come il Giornale, ironizza: “Poi, con calma, bisognerà spendere due parole anche su questo articolo 51, nato con le migliori intenzioni e ispirato ai più nobili ideali, ma ultimamente padre illegittimo di tanti scherzi della natura”.

L’emendamento, che è stato approvato nei giorni scorsi e modifica una proposta di legge per la parità di genere nei consigli e nelle giunte locali, va a modificare il primo articolo della legge 28 del 2000 sulla par condicio. E prevede che “ai fini dell’applicazione della presente legge, i mezzi di informazione nell’ambito delle trasmissioni per la comunicazione politica sono tenuti al rispetto dei principi di cui all’articolo 51, primo comma, della Costituzione, per la promozione delle pari opportunità tra donne e uomini”.

“Si tratta – sottolinea la Amici – di uno strumento concreto per dare attuazione a un sacrosanto principio istituzionale. La partecipazione delle donne alla politica passa anche da questo”. Il testo ora passerà all’esame dell’Aula dopo i pareri delle altre commissioni competenti.