ROMA – Legge elettorale, schiaffo a Matteo Renzi: il voto slitta a lunedì nonostante l’auspicio del premier di chiudere entro domani. L’esame della legge proseguirà fino alla mezzanotte di giovedì, dopodiché i lavori verranno aggiornati a lunedì. La decisione è stata presa a maggioranza dalla Conferenza dei capigruppo a Montecitorio con il parere contrario del Pd.
La richiesta di far interrompere i lavori parlamentari sulla riforma e non proseguire nella giornata di domani, venerdì 7 marzo, è stata avanzata dal gruppo Fratelli d’Italia per celebrare il proprio congresso a Fiuggi. Richiesta dinanzi alal quale il capogruppo Pd, Roberto Speranza, ha manifestato la propria contrarietà chiedendo “con insistenza che si lavorasse almeno domani”. In tutto restano 18 ore per la discussione. Alle 20, questa sera, ci sarà una nuova conferenza dei capigruppo.
Intanto il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, auspica una “conclusione positiva” e annuncia che “promulgherà la legge dopo attento esame”. Al momento un suo “intervento sulla materia sarebbe fuorviante”.
“Mentre sono in corso discussioni e votazioni in Parlamento sulla legge elettorale, è fuorviante chiedere al Presidente della Repubblica – in nome di presunte incostituzionalità – di pronunciarsi o “intervenire” sulla materia. Fin dalla prima sentenza (2008) in cui la Corte Costituzionale sollevò dubbi sulla legittimità costituzionale della legge elettorale del 2005, il Capo dello Stato sollecitò doverosamente le forze parlamentari a procedere ad una revisione, e ricevette risposte largamente affermative, che non si sono però tradotte in decisioni legislative fino alla decisiva pronuncia della Consulta che con la sentenza n. 1 del 2014 ha annullato alcune fondamentali disposizioni della legge elettorale rimasta vigente.
Essendosi finalmente messo in moto alla Camera dei Deputati un iter di revisione di detta legge, il Presidente della Repubblica non può che auspicarne la conclusione positiva su basi di adeguato consenso parlamentare, non avendo altro ruolo da svolgere che quello della promulgazione – previo attento esame – del testo definitivamente approvato dalle Camere”.