Legge Gelmini in dirittura d’arrivo al Senato. Gli studenti: “Protesta al Quirinale”

Pubblicato il 21 Dicembre 2010 - 10:21 OLTRE 6 MESI FA

Sui social network la discussione sugli scontri a Roma continua a tener banco. Il tema della violenza è all’ordine del giorno. Specie dopo le parole dell’esponente del Pdl Maurizio Gasparri. “La violenza darà l’alibi a questo governo disperato per fare qualsiasi cosa”, scrive Filippo sulla bacheca Facebook del Popolo Viola. Una frase presa tra le tante scritte da quanti chiedono al movimento una reazione che “spiazzi il governo” e quanti hanno soffiato sul fuoco in questi giorni. Insomma la parola d’ordine per molti è quella di non dare alcun pretesto per criminalizzare il movimento degli studenti. C’è addirittura chi, come Claudia, propone di regalare fiori ai poliziotti, come gli hippies negli anni ’60 (“mettete dei fiori nei vostri cannoni”).

Rimbalza poi su blog e social network la “lettera aperta” che un poliziotto, Maurizio Cudicio, della questura di Trieste rivolge agli studenti che “che mercoledì andranno in piazza”. “Io poliziotto, sono figlio e padre, e quando finisco di lavorare torno a casa dalla mia famiglia”, scrive Cudicio nella missiva pubblicata sul sito Grnet.it, il portale di informazione indipendente del comparto Difesa e Sicurezza. “Mia moglie mi chiama al cellulare e mi dice di non fare tardi. Io la tranquillizzo e le dico che tornerò prima possibile. Passano le ore e mi ritrovo in ospedale con la testa rotta. Studente, mi rivolgo a te, io sono consapevole che non sei stato tu, tu hai tutte le ragioni del mondo di manifestare per i tuoi diritti, ma quello che non sai forse è che noi poliziotti siamo con voi, siamo dalla vostra parte e non siamo contro nessuno. Noi rappresentiamo lo Stato quando ci vedete in strada – continua la lettera -, ma credimi siamo orgogliosi di farlo, noi amiamo il nostro lavoro ma siamo in piazza anche per voi. Non siamo lì per divertimento e facciamo di tutto, credimi studente, di tutto, per evitare che qualcuno si faccia male. Certo gli ordini sono ordini e noi siamo obbligati ad eseguirli, ma sappiamo benissimo dove dobbiamo fermarci per il bene nostro e vostro”.

Le reazioni a questa lettera sono le più disparate. “Sì una bella lettera… vorrà dire che gli sbirri al G8 a Genova STAVANO TUTTI DALLA NOSTRA PARTE!!! ma per piacere!!!!!” reagisce Corrado. Molti invece mostrano di apprezzare il gesto e c’è addirittura chi, ricordando il corteo dei poliziotti di fronte alla villa del premier ad Arcore contro i tagli alla difesa, invoca una sorta di ammutinamento. “Poliziotti unitevi a noi nella protesta, d’altronde anche voi dovete far fronte a tagli delle risorse”.

Numerosi infine i riferimenti alle esternazioni dei politici di questi giorni. Tra i più citati ci sono Gasparri, il ministro dell’Interno Maroni, che nei giorni scorsi ha suggerito di inserire nel dl sicurezza il daspo (il divieto di accesso alle manifestazioni sportive) anche agli eventi di piazza e ai cortei. Ma soprattutto Ignazio La Russa. Il ministro della Difesa alla trasmissione Annozero ha difeso l’operato delle forze dell’ordine e ha duramente attaccato al movimento degli studenti (“Siete dei vigliacchi”). Molti utenti rilanciano su Facebook articoli e video che ricostruiscono una vicenda del 12 aprile 1973 quando, durante la manifestazione indetta dal Movimento sociale “contro la violenza rossa” a Milano, furono lanciate due bombe a mano che uccisero il poliziotto Antonio Marino di 22 anni. La Stampa indicò il nome dell’attuale ministro tra i “responsabili morali” di quell’episodio. Il ministro peraltro si è difeso ad Annozero: “Ero dal prefetto di Milano insieme ai deputati dell’Msi quando questi ci diede la notizia della morte del giovane”.

Infine c’è un dettaglio finora è sfuggito delle ultime due manifestazioni, quella del 14 dicembre e quella del 25 novembre: non erano autorizzate. Non secondo i modi previsi dalla legge. Dalla Questura ci tengono a sottolinearlo perché la settimana che si apre contiene troppe incognite e le forze dell’ordine questa volta non si faranno cogliere di sorpresa come martedì scorso in caso di violazione della zona rossa e non avranno più gli atteggiamenti di tolleranza del passato, dicono. Il questore di Roma, Francesco Tagliente, ha chiesto al capo della Digos di avviare una trattativa con gli studenti per concordare un percorso e rispettare la necessità di preavviso voluta dalle norme.

Il contatto, come scrive Flavia Amabile per La Stampa, avverrà in tempi strettissimi ma nel frattempo gli altri tasselli di questa delicatissima situazione si andranno componendo con altrettanta fretta. Gli studenti si riuniranno in assemblea per concordare le iniziative di lotta di domani e soprattutto di dopodomani, mercoledì 22. Nel frattempo al Senato intorno alle 11 di stamattina la riforma dovrebbe arrivare in aula. Il governo intende approvare in via definitva il provvedimento entro le 14 di mercoledì ma ci sono centinaia di emendamenti da esaminare, per riuscirci dovrà ricorrere ad alcuni espedienti: il contingentamento dei tempi per l’esame di ciascun emendamento e, in ultimissima analisi, la fiducia.