Legge Mancino, cos’è? Le norme contro i crimini d’odio che il ministro Fontana vuole abrogare

Legge Mancino, cos'è? Le norme contro i crimini d'odio che il ministro Fontana vuole abrogare
Legge Mancino, cos’è? Le norme contro i crimini d’odio che il ministro Fontana vuole abrogare

ROMA – Già nel 2014 il Carroccio promosse un referendum per l’abrogazione definendola “liberticida”, oggi è il ministro leghista Lorenzo Fontana il suo principale detrattore. Ma che cos’è la legge Mancino e perché il ministro per la Famiglia vuole abolirla?  [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play]

Si tratta del principale strumento legislativo che l’ordinamento italiano offre per la repressione dei crimini di odio. E’ nata nel giugno del 1993 e condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista, aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. La legge punisce anche l’utilizzo di simbologie legate a suddetti movimenti politici. E’ nota come legge Mancino, dal nome dell’allora Ministro dell’Interno che ne fu proponente, il democristiano Nicola Mancino.

Uno dei primi effetti della legge fu lo scioglimento, proprio nel ’93, del Movimento Politico Occidentale, un’organizzazione di estrema destra fondata nel 1984 dal quello che ne fu per anni il leader, Maurizio Boccacci.

I critici della legge Mancino sostengono fra l’altro che essa sia incostituzionale, in quanto in contrasto con l’art. 21 della Costituzione, che garantisce la libertà di manifestazione del pensiero. La legge prevede la reclusione fino a un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro per chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi; e la reclusione da sei mesi a quattro anni per chi, in qualsiasi modo, incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.

In virtù della legge è vietata, inoltre, la formazione di ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo che abbia come scopo l’incitamento alla violenza sempre per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.

La legge Mancino, che modifica una norma del ’75, vieta l’accesso ai luoghi dove si svolgono competizioni agonistiche a tutte quelle persone “che vi si recano con questi emblemi o simboli. I trasgressori saranno puniti con la reclusione fino a un anno”.

Da tempo si discute in merito ad una possibile estensione della Legge Mancino ai reati basati sulla discriminazione in base all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Con un colpo di spugna invece Fontana vorrebbe liberarsene, lo stesso ministro della Repubblica contrario all’aborto, lo stesso membro del governo secondo il quale “le famiglie arcobaleno non esistono”.

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