Legittimo impedimento, Capotosti: “Se passa la decisione spetterà al giudice”

Se la Corte Costituzionale, come si è ipotizzato, adottasse la via di una sentenza interpretativa di rigetto sul legittimo impedimento ”verrebbe a dichiarare che la norma non sarebbe incostituzionale in quanto il testo della legge potrebbe consentire, a determinate condizioni, la possibilità per il giudice di merito di valutare l’impedimento sollevato” caso per caso.

Lo spiega, in un’intervista alla Stampa, il presidente emerito della Consulta, Piero Alberto Capotosti, sottolineando che così ”l’ultima parola spetterebbe al giudice”. Sarebbe il giudice, infatti, ”a valutare se il presidente del Consiglio oppure se un ministro abbia un impedimento di carattere assoluto, tale da non consentirgli di essere presente al processo. Il giudice potrebbe valutare discrezionalmente quanto il tipo di impedimento possa impedire la partecipazione al dibattito oppure no”.

Il ”sentiero”, comunque, ”è molto stretto, perché la Corte non può discostarsi dal testo della legge. La sua interpretazione in senso restrittivo o estensivo resta indissolubilmente legata alle finalità, al contesto e alle parole usate dal legislatore”. Nel caso del legittimo impedimento, ”l’intrepretazione ruoterebbe tutta attorno a un verbo, laddove è scritto che ‘il giudice sospende il procedimento in corso’. Oggi significa che lo deve fare automaticamente. Domani potrebbe essere letto come un ‘può sospendere il processo’ in presenza di determinate circostanze apprezzate dal giudice stesso”.

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