Legittimo impedimento bocciato in parte: “I giudici valuteranno gli impegni”

Pubblicato il 13 Gennaio 2011 - 16:34 OLTRE 6 MESI FA

La Corte Costituzionale

Con 12 sì e 3 no il legittimo impedimento è stato bocciato in parte, lo ha deciso la Corte costituzionale. Secondo la sentenza, dovranno essere i giudici a valutare, di volta in volta, gli impegni del presidente del Consiglio e dei ministri. La legge invece forniva uno scudo su tutti gli impegni istituzionali e anche su quelli collegati all’attività di governo.

In particolare, i giudici della Corte avrebbero bocciato il comma 4 dell’art.1 della legge, che prevedeva la certificazione di Palazzo Chigi sull’impedimento e l’obbligo per il giudice di rinviare l’udienza fino a sei mesi. In questo punto, spiega  la sentenza, ci sarebbe un’irragionevole sproporzione tra diritto di difesa ed esigenze della giurisdizione (come invece prevede l’articolo 3 della Costituzione). Il testo della legge parzialmente bocciata dice: ”Ove la Presidenza del Consiglio dei ministri attesti che l’impedimento è continuativo e correlato allo svolgimento delle funzioni di cui alla presente legge, il giudice rinvia il processo a udienza successiva al periodo indicato, che non può essere superiore a sei mesi”.

Bocciata anche parte del comma 3, rispetto al quale la Corte sarebbe intervenuta con una pronuncia ‘additiva’ . Qui il testo della legge prevede che ”il giudice, su richiesta di parte, quando ricorrono le ipotesi di cui ai commi precedenti, rinvia il processo ad altra udienza”. La Corte Costituzionale scrive invece che il giudice debba avere la possibilità di valutare il ‘legittimo impedimento’.

La Consulta, secondo l’Ansa, avrebbe inoltre fornito una interpretazione del comma 1, ritenendolo legittimo solo se, nell’ambito dell’elenco di attività indicate come impedimento per premier e ministri, il giudice possa valutare se l’impegno è indifferibile rispetto all’udienza, nell’ottica di un ragionevole bilanciamento tra esigenze della giurisdizione, esercizio del diritto di difesa e tutela della funzione di governo, oltre che secondo un principio di leale collaborazione tra poteri.

Il comma 1 della legge elenca i riferimenti normativi riguardanti specifiche attività tra le quali, ad esempio, il consiglio dei ministri, la conferenza Stato-Regioni, impegni internazionali. Ma non solo, perché dopo questo elenco minuzioso, prevede che siano oggetto di legittimo impedimento le ”relative attività preparatorie e consequenziali, nonché ogni attività comunque coessenziale alla funzioni di governo”.

Il popolo viola festeggia in piazza. Il gruppo di manifestanti ha subito stappato una bottiglia di spumante e brindato sventolando una bandiera dell’Italia davanti alla sede della Corte costituzionale, il palazzo della Consulta a Roma. ”Berlusconi ora dovrà spiegare a Napolitano perché ha fatto promulgare una legge in parte incostituzionale”, hanno detto i rappresentati del Popolo viola. Il portavoce del gruppo, Gianfranco Mascia, ha detto ”dobbiamo togliere il tappo alla Costituzione, dobbiamo togliere il tappo di Berlusconi dall’Italia. Questa sentenza sancisce che Berlusconi è uguale agli altri cittadini”.