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Letta gioca la carta del ‘Berlusconi bis’. Fini: “Non sta né in cielo né in terra”

di Emiliano Condò |11 Novembre 2010 8:38

Gianni Letta, braccio destro di Berlusconi

L’ultimo tentativo l’ha fatto Gianni Letta, l’uomo delle grandi mediazioni. Ma anche l’ultimo tentativo è fallito. Il sottosegretario, scrive Claudio Tito su Repubblica, ha bussato alle porte dello studio di Gianfranco Fini a Montecitorio e ha messo sul piatto la sua offerta, ovviamente appena concordata con Silvio Berlusconi: crisi pilotata, rimpasto con ministeri da definire e via libera a un Berlusconi bis.

Gianfranco Fini non ha gradito, ha detto no senza neppure aggiungere grazie e, secondo Repubblica ha rimandato bruscamente al mittente l’offerta del premier: “Questa è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Io non posso fare tutto questo per due ministeri in più”. Fini, insomma, vuole la testa di Berlusconi: un punto sul quale, dopo essersi platealmente esposto a Perugia, non può fare retromarcia senza perdere di credibilità davanti alla base del suo neonato Fli.

La controproposta di Fini riportata da Repubblica, invece, continua ad essere quella inaccettabile per Berlusconi: “È chiaro, che se il nuovo governo fosse presieduto da un altro, da Tremonti, da Maroni, da Letta o da Alfano, tutto cambierebbe. Sarebbe un’altra partita”. Una partita che, però, il presidente del Consiglio in carica non ha nessuna intenzione di giocare. Anche se, in questi ultimi giorni, il premier ha messo sul campo anche l’ipotesi di una trattativa sulla legge elettorale: pur di portare Fini a più miti consigli, quindi, Berlusconi sarebbe disposto ad accantonare il “porcellum” che tanto lo avvantaggia. A beneficio di cosa non è dato saperlo.

Oggi, intanto, è il giorno della mediazione di Umberto Bossi. I margini di trattativa, nonostante gli spiragli di cui ha parlato il leader leghista, sembrano ridottissimi anche perché Fli sta già approntando la strategia dello sgambetto. Non sarà sulla Finanziaria, a meno che al governo non venga in mente di ricorrere alla fiducia. Fli farà in modo di far passare la legge di stabilità ma non ha nessuna intenzione di votare platealmente a favore di Berlusconi. A conti fatti, insomma, il governo sembra avere le ore decisamente contate.

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