ROMA – Assemblea senza sorprese: il Pd non volta la faccia al ministro Anna Maria Cancellieri e le conferma la fiducia. Lo fa più o meno convinto, ma lo farà verosimilmente in modo compatto. Perché, nonostante i distinguo, la riunione alla Camera non ha riservato sorprese.
Ha parlato il premier Enrico Letta e ha detto una cosa forse banale ma certamente disarmante: se il partito che sostiene il governo sfiducia un ministro chiave di quel governo di fatto sfiducia il governo. Letta si è appellato al “senso di responsabilità” del partito. Ha difeso Cancellieri “mettendoci la faccia” e parlando di una campagna “mediatica aggressiva” nei confronti del ministro.
A quel punto, al resto dell’Assemblea non è rimasto che prendere atto della linea vincolante. Con accenti profondamente diversi. Gianni Cuperlo, pur convinto che Cancellieri dovrebbe dimettersi ”per motivi di opportunità”, chiede a tutti di essere responsabili dopo l’appello di Letta. E attacca Pippo Civati e i renziani, che a fini congressuali scaricano le azioni sul Pd: ”Quello che non si può fare è scaricare sul partito le responsabilità o le irresponsabilita”.
Pippo Civati rinuncia a mettere ai voti la sua mozione di sfiducia nella quale sosteneva che ”sono venuti meno i presupporti di trasparenza, lealtà, dignità e correttezza” di Cancellieri. E il renziano Paolo Gentiloni non presenta l’ ordine del giorno, in cui chiede le dimissioni del ministro. ”Quando il premier viene qui – spiega – e ci dice che c’e’ un voto politico sul governo, io ne prendo atto ma lo faccio con un certo rammarico perche’ non c’e’ il merito della discussione”.
Davanti al rischio di una saldatura tra sfida congressuale e maldipancia, Letta, nonostante la decisione di andare ad Olbia per un sopralluogo sui danni dell’alluvione, conferma nel pomeriggio la sua presenza all’assemblea serale. Cancellieri, dal canto suo, è così convinta della sua trasparenza che, a quanto si apprende, non ha intenzione di dare le dimissioni a meno che non sia il presidente del consiglio a chiedergliele. Il premier crede alla buona fede del ministro e di fatto stasera, davanti al Pd, chiederà la fiducia al governo.
”O il segretario e il presidente del Consiglio – è l’aut aut di Renzi – vanno al gruppo e dicono poniamo una questione di fiducia, il premier ci mette la faccia anche se per me è un errore, o il Pd deve votare e a quel punto i singoli parlamentari diranno come la pensano”. E visto che Letta ha deciso di metterci la faccia, aggiunge il sindaco di Firenze, ”noi tutto siamo meno che contro di lui ma fossi in lui non lo farei”. Una posizione che evita stasera la spaccatura dentro il Pd o, ancora peggio, una conta che faccia decidere per la sfiducia domani al ministro.
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