Letta in protesta davanti ambasciata russa. Parecchi pacifisti disertano: manifestazione “di parte”

Enrico Letta oggi 13 ottobre dell’anno mica tanto di grazia 2022 davanti all’ambasciata russa a Roma a protestare. Protestare contro lo Stato e il governo che ha voluto e aperto la guerra, invaso l’Ucraina e che continua ad offrire trattative solo a condizione che gli sia riconosciuto il bottino preso con le armi, la pace che Mosca lascia intravedere arriva solo a condizione della mutilazione territoriale dell’Ucraina e il conseguente riconoscimento che la Russia le frontiere e i confini se li traccia da sola, se vuole anche con i cingoli dei carri armati e le traiettorie dei missili.

Enrico Letta oggi va lì, davanti all’ambasciata russa, a testimoniare visivamente che la Russia è dal 24 febbraio la guerra, è la Russia la guerra. E che la guerra non è un cataclisma che piomba sull’umanità e tutto avvolge, la guerra, questa guerra, è una scelta di Putin. E che non ha senso, o meglio ne ha uno preciso, essere contro la guerra senza dire che la Russia deve, perché vi possa essere pace, ritornare là dove è partita in armi il 24 febbraio. Senza questo il senso preciso del contro la guerra diventa riconoscere, subire la legittimità del bottino, arrendersi. Non alla pace ma alla guerra che paga e vince.

A nome del Pd, anche no

Enrico Letta davanti all’ambasciata russa a nome del Pd…mica tanto, mica tutto. Riflesso, più o meno conscio, porta lacerti di comunismo a faticare ad andare contro Mosca. Non è l’Urss, non è l’Armata Rossa ma il riflesso pavloviano c’è. Piccola cosa, piccola remora a fronte della grande e incontenibile voglia di abito pacifista che sta investendo il Pd. O almeno una sua robustissima parte. Non fosse altro che per non perdere contatto con l’habitat di riferimento. Quale? Quello dei dieci, cento, mille Moni Ovadia che vanno dicendo come Conte sia l’unico vero cercatore di pace. Quindi Letta manifesta contro Mosca a nome del Pd, ma anche no.

Manifestazione di parte dice il pacifista

Giuseppe Conte ha detto che quella davanti all’ambasciata russa è una manifestazione di partito e quindi lui non va a cose di parte. Non è vero, Letta ha aderito e non convocato, non è roba del Pd. Ma Conte è molto più in là di questo…chiamiamolo errore. Conte ha più volte detto che c’è chi on vuole la pace. Ma mai, davvero mai, ha detto che a non volere la pace, per l’evidente circostanza che fa la guerra, è Putin. Il pacifismo che, più o meno conscio della scelta, si aggrega intorno a Conte pensando di essere pacifismo radicale e di sinistra ritiene “di parte” tutto ciò che non attacca e condanna anche e sempre gli Usa, la Nato, l’Occidente e per quota parte nazionale anche Draghi e Meloni se continua a mandare armi a Kiev.

E’ di parte per il pacifista radicale e di sinistra tutto ciò che non critichi e attacchi anche l’ostinazione e l’intransigenza ucraina prima a non arrendersi e ora a voler continuare a combattere. Pacifismo radicale e di sinistra si sente e si accredita come tale. In non sorprendente contatto con la destra profonda, quella anti Usa e anti Ue. Ma soprattutto in sostanziale assonanza, convergenza e confluenza con il salviniano pacifismo delle bollette. Date, diamo a Putin un pezzo d’Ucraina e ridateci le bollette di prima. Questa la linea, il messaggio, il sentir pacifista di maggior impatto. Altrimenti, se hai qualcosa da obiettare, sei “guerrafondaio”.

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