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Letta e Napolitano pronti all’addio. Chi di dimissioni ferisce…

di Warsamé Dini Casali |26 Settembre 2013 9:53

Letta e Napolitano pronti all’addio. Chi di dimissioni ferisce…

ROMA – Letta e Napolitano pronti all’addio. Chi di dimissioni ferisce… Le dimissioni di massa minacciata dai parlamentari Pdl, “un misto di irresponsabilità e provincialismo” secondo Il Corriere della Sera (Massimo Franco) chiamano dimissioni: Enrico Letta è pronto a farlo anche da New York dove è impegnato al Palazzo di Vetro, Giorgio Napolitano ha pronta la lettera nel cassetto. L’Aventino improvvisato è il segno che le rassicurazioni del Cavaliere di solo una settimana fa sono state rimangiate, il gesto eclatante che doveva seguire il voto in Giunta il 4 ottobre è stato anticipato.

Perché Berlusconi è allarmato dalle voci sempre più insistenti di un nuovo accerchiamento giudiziario (gli sarebbe stato riferito di nuove misure cautelari sulle cosiddette “Olgettine“, disposte dalla Procura di Milano): al ragionamento politico (da una crisi provocata dal Pdl ha tutto da perdere, il voto non è dietro l’angolo) sostituisce la volontà di far saltare il banco, teorizza “l’insorgenza civile”, arringa i suoi parlamentari invitandoli a estendere la protesta nelle piazze, “nelle stazioni, negli aeroporti , per denunciare la perdita della democrazia”.

Enrico Letta, nemmeno avvertito, ha dovuto registrare l’annuncio delle dimissioni di massa (ma nessuno del Pdl le ha presentate ai presidenti delle Camere) a New York: non ci sta a farsi logorare dal Pdl, sa che dal Pd pretenderebbero una risposta forte, non fosse che per una questione d’orgoglio, ha fissato una dead line al 15 ottobre, quando si licenzierà la Legge di Stabilità. Una scarna nota dal Quirinale comunica che il Presidente procederà a “verificare con esattezza” le ventilate dimissioni del Pdl.

Giorgio Napolitano non intende avallare nessuna delle tentazioni eversive che spirano dal Pdl. È pronto a dare le dimissioni spiegandone pubblicamente il motivo, lo ha ripetuto ieri a tutti gli interlocutori, e anche ad Enrico Letta. Che nella telefonata a Napolitano ha comunicato anche la propria frustrazione, «è inaudito, convocano un’assemblea per far saltare il governo mentre io qui a New York cerco di rappresentare un’Italia solida agli investitori stranieri, e un’Italia che lavora alla stabilità internazionale davanti all’Assemblea dell’Onu…». (Antonella Rampino, La Stampa)

Per capire il messaggio di Napolitano non servono decrittatori: ai gesti spettacolari e irresponsabili non seguono nuove elezioni, nesuno scioglimento delle Camere. Se qualcosa cambierà, sarà il Presidente della Repubblica, stavolta votato da Pd e 5 Stelle…

 

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