Ecco come il governo ha “disatteso” gli ordini della Bce

ROMA – La lettera segreta della Bce, rivelata dal ‘Corriere della Sera’, diceva a Silvio Berlusconi come fare la manovra ma il governo non ha rispettato tutti i punti. Francoforte aveva chiesto forti tagli alle spese e ulteriori riforme sulle pensioni e l’occupazione, l’Italia ha dribblato molte richieste. Vediamo quali, come si legge sulla ‘Stampa’:

Trichet e Draghi avevano chiesto la liberalizzazione delle professioni e dei servizi pubblici. Nella manovra è previsto che per i servizi pubblici locali la liberalizzazione non sarà obbligatoria al di sotto dei 900.000 euro annui di valore economico. Per quanto riguarda le professioni, la liberalizzazione dovrebbe essere attuata entro 12 mesi ma non per tutte. Ci sono dei casi, come per gli avvocati, in cui la bozza di riforma dell’ordine prevede un irrigidimento delle regole.

Nella lettera c’era l’invito a rivedere le norme sulle assunzioni e sui licenziamenti. La Bce suggerisce un sistema in cui è più facile licenziare (via l’articolo 18) ma tutti i licenziati, fissi o precari che siano, percepiscono una sostanziosa indennità; parla di modificare non solo le norme sui licenziamenti, ma anche quelle sulle assunzioni, investendo la questione del precariato. Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi aveva sostenuto di aver dato seguito con le norme inserite nell’articolo 8 del decreto legge. Si tratta invece di tutt’altro.

La Bce aveva chiesto di ridurre il deficit all’1% del Pil nel 2012, mentre il governo si prefigge l’1,6% (differenza, quasi 10 miliardi di euro). Inoltre sia il Fondo monetario sia molti centri di ricerca dubitano che le misure decise per il 2013 siano sufficienti a raggiungere il pareggio (possibili divari tra i 10 e i 17 miliardi).

La Bce chiedeva tagli e una pesante riforma delle pensioni. Nella manovra, a causa del no della Lega Nord, non ce n’è ombra. E l’anticipo del percorso per elevare a 65 anni l’età di pensionamento delle donne nel settore privato comincerà a dare gettito dal 2015.

La lettera diceva “se necessario” di ridurre gli stipendi ai dipendenti pubblici ma nella manovra non compare nulla di simile.

La Bce imponeva poi una “clausola automatica di riduzione del deficit che stabilisca tagli alle spese discrezionali in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi” di cui nella manovra non c’è traccia.

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