Le province per salvarsi denunciano: “3.127 enti inutili, 7 miliardi di sprechi”

Pubblicato il 29 Giugno 2012 - 10:57 OLTRE 6 MESI FA

La lettera dell'Unione delle Province a Mario Monti: clicca sull'immagine per vederla più grande

“Caro professor Monti, punisci il mio compagno di banco (e sii un po’ meno duro con me)”: se fosse la letterina di uno scolaro al signor maestro, suonerebbe più o meno così la lettera aperta che l’Unione delle Province italiane ha scritto al presidente del Consiglio Mario Monti. Una lettera pubblicizzata comprando un’intera pagina del Sole 24 Ore, in cui i presidenti delle Province invitano a usare la falce della “spending review” per tagliare “3.127 società, consorzi ed enti strumentali di Regioni, Province e Comuni”. Ma come, non sono gli stessi “enti strumentali” nominati e controllati dalle amministrazioni locali? Non sono le stesse società con cui sindaci e presidenti lavorano ogni giorno?

L’effetto paradossale è più o meno lo stesso che si è verificato quando il governo ha invitato i cittadini a segnalare gli sprechi attraverso un modulo online: sono arrivate 40 mila segnalazioni, ma tutte concentrate su bersagli piccoli e odiosi, come le auto blu, mentre ignoravano il bersaglio grosso che secondo una relazione presentata al governo dal ministro Giarda sono i “140 miliardi che Comuni, Province, Regioni spendono senza risponderne di fronte ai cittadini”. Si vede la pagliuzza nell’occhio del vicino e non si vede la trave che si ha nel proprio.

Nel caso di Province e società partecipate, si tratta di due travi, ma qui c’è uno che afferma che la sua trave è meno grossa. Siamo cattivi forse, anche perché prima di invitare il signor Spending Review (prima il ministro Pietro Giarda, poi il commissario ad hoc Enrico Bondi) a disboscare la foresta dei consorzi e delle partecipate, l’Unione delle Province afferma che “sta facendo la sua parte” e che ha “proposto un’autoriforma che garantirà allo Stato 5 miliardi di risparmi”. Siamo maliziosi se pensiamo che l’autoriforma sarà molto più “omeopatica” di una riforma imposta dall’esterno? Leggetevi la lettera e provate a non essere maliziosi:

Caro Presidente Monti, 

in questi momenti cruciali per il futuro dell’Italia e dell’Europa intera, Le riconfermiamo tutto il nostro sostegno. Come rappresentanti delle Province italiane, siamo al suo fianco nella durissima battaglia che ha intrapreso non solo per rimettere a posto i conti del Paese, ma per restituire credibilità all’Italia e alle sue Istituzioni.

Noi siamo con Lei perché siamo parte della classe dirigente italiana. E sappiamo di dovere innanzitutto noi dimostrare ai cittadini che la buona politica esiste, che la buona amministrazione è capace di riformarsi.

L’Unione delle Province d’Italia sta facendo la sua parte.

Abbiamo proposto un’autoriforma che garantirà allo Stato 5 miliardi di risparmi, attraverso la riduzione del numero delle Province, l’istituzione delle Città Metropolitane e la riorganizzazione degli uffici territoriali dello Stato.

Una riforma complessiva e facilmente attuabile che assegna alle Province funzioni certe, garantendo ai cittadini il potere democratico di controllare l’operato degli amministratori pubblici.

Abbiamo inoltre proposto che questi risparmi finanzino un fondo per gli investimenti locali.

E’ il nostro contributo alla Spending Review: non solo un taglio, ma una migliore gestione di risorse per favorire lo sviluppo.

Sappiamo anche che la nostra riforma da sola non basta.

Occorre un’operazione più radicale per tagliare spese inutili e ridurre sprechi.

Ci permettiamo allora di farle un’altra proposta. Il Ministero del Tesoro ha compilato la lista delle società, consorzi ed enti strumentali di Regioni, Province e Comuni.

Sono, Presidente, 3.127: pagine e pagine di sigle improbabili, strutture create dal nulla spesso per spartire poltrone e gestire potere. Rappresentano le stanze segrete della politica, di cui i cittadini ignorano perfino l’esistenza. Anche se sono loro, con le loro tasse, a finanziarle e a tenerle in vita.

Questi organismi costano al Paese oltre 7 miliardi di euro l’anno, di cui 2 miliardi e mezzo impiegati per i soli consigli di amministrazione. E sono organismi che si occupano di servizi che dovrebbero essere svolti dalle Regioni, dalle Province e dai Comuni.

Noi vogliamo come Lei un Paese nuovo, in cui le istituzioni abbiano funzioni certe e responsabilità facilmente individuabili, sulle quali i cittadini possano esercitare un controllo democratico.

Autoriformandosi con coraggio, le Province stanno dimostrando di essere consapevoli delle necessità del momento.

Completi l’opera tagliando con nettezza questi veri rami secchi e improduttivi dell’amministrazione pubblica.

Verrà così certamente rafforzata e compresa meglio la sua battaglia di cambiamento. 

In rappresentanza di tutte le Province Italiane 

Giuseppe Castiglione, Presidente dell’Unione delle Province d’Italia
Antonio Saitta, Presidente della Provincia di Torino
Nicola Zingaretti, Presidente della Provincia di Roma
Guido Podestà, Presidente della Provincia di Milano
Massimo Ferrarese, Presidente della Provincia di Brindisi
Andrea Barducci, Presidente della Provincia di Firenze