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Liberalizzazioni: ancora stallo su taxi e farmacie, via Snam da Eni

di Emiliano Condò |28 Febbraio 2012 0:12

ROMA, 27 FEB – Farmacie e taxi. I due principali nodi delle liberalizzazioni rimangono strettamente legati. Con riunioni continue e ''stop and go'' dei lavori della commissione Industria del Senato il decreto del governo rimane in stand by, guardando alla scadenza di dopodomani quando, nel pomeriggio, dovra' arrivare in aula. Il premier Mario Monti, con un intervento-blitz in commissione, e' riuscito a far votare senza cambiamenti l'emendamento sull'Ici alla Chiesa. Ma – ha detto espressamente – non sono venuto per trattare altre materie.

La composizione deve arrivare tra le forze politiche. Ritocchi tecnici, invece, sarebbero oramai pronti per la norma sulle tesorerie comunali, che fa infuriare gli enti locali e in particolare gli esponenti della Lega. Comunque, governo e relatori lavoreranno anche nella notte per arrivare domani con una soluzione pronta da sottoporre agli altri senatori.

Il nodo piu' intricato appare al momento quello delle farmacie. Obiettivo del governo sarebbe quello di arrivare all'apertura di 5mila nuove farmacie grazie all'intervento contenuto nel decreto liberalizzazioni. E' un punto sul quale l'esecutivo non intenderebbe tornare indietro. Il testo del decreto al momento prevede che la soglia per l'apertura di nuove farmacie sia fissata a una ogni 3.000 abitanti.

Il Pdl, che inizialmente chiedeva di arrivare a 3.800, punterebbe almeno a fermarsi a 3.500, mentre una proposta di mediazione del governo fissava il nuovo paletto a 3.300 ma sul punto ancora non si e' trovato un accordo. Peraltro, spiegano alcuni parlamentari, la previsione fatta da Federfarma di 7mila nuove farmacie in arrivo con il quorum a 3mila abitanti sarebbe 'sovradimensionata', perche' metterebbe nel computo anche le farmacie che si potranno aprire in aeroporti, stazioni ferroviarie e autogrill, stimandole in circa duemila. Cifra anche questa che sarebbe eccessiva, in quanto le farmacie che si potrebbero aprire in questi luoghi non supererebbero alcune centinaia.

C'e' poi il problema con maggiore impatto mediatico: i taxi. Dopo che nei giorni scorsi si era parlato di un maggior coinvolgimento di Comuni e Regioni nel fissare il numero delle licenze (mentre ora il decreto le attribuisce alla nuova autorita' dei trasporti), potrebbe esserci un cambiamento. Uno dei due relatori, Filippo Bubbico (Pd) ipotizza un ''possibile rafforzamento dei poteri dell'Autorita' agendo sui poteri sostitutivi''. Ma i tassisti rullano i tamburi di guerra. ''Ora basta. Non sono i tassisti il problema italiano e non saranno loro l'oggetto di scambio tra le componenti del governo e l'opposizione'', afferma il coordinatore nazionale di Unica-Cgil Taxi, Nicola Di Giacobbe. Comunque in tarda serata sono stati licenziati gli articoli sulla separazione proprietaria di Snam Rete Gas da Eni, sulla riforma dei Servizi pubblici locali (gare obbligatorie per affidamenti oltre i 200.000 euro), sulle srl per i giovani e sulle societa' di professionisti con capitale.

La pressione delle lobby certo si fa sentire. Ma e' in arrivo una stringente regolamentazione da parte della presidenza del Senato. ''Domani ci sara' un ufficio di presidenza per l'adozione di linee guida che poi confluiranno nel regolamento – ha detto Renato Schifani – per regolare meglio l'accesso dei lobbisti in Parlamento, che deve essere lasciato in pace mentre lavora''. L'altro nodo politico e' poi la tesoreria unica. Oggi il presidente del Veneto Luca Zaia ha intimato ad Unicredit di non versare i soldi allo Stato centrale che ha accusato di ''appropriazione indebita''. Monti ha su questo punto ascoltato le richieste del senatore leghista Garavaglia, ma le modifiche in arrivo sarebbero solo tecniche, per rispondere ad alcuni dei rilievi avanzati dalla commissione Bilancio di Palazzo Madama.

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