Liberalizzazioni, vincono i tassisti, non i farmacisti. Stretta sulle banche

ROMA, 28 FEB – Il decreto liberalizzazioni si avvia a superare il primo passaggio parlamentare, quello della commissione Industria del Senato che in serata licenziera' il provvedimento, dopo che sono stati sciolti gli ultimi nodi, e cioe' taxi e farmacie. La questione della Tesoreria unica, che angustia Regioni e comuni, sara' invece risolta nel decreto fiscale. Le ultime limature al testo apportate dai senatori rafforzano le misure a tutela dei consumatori nei loro rapporti con le banche, per esempio con l'eliminazione delle clausole per l'apertura delle linee di credito.

Nel braccio di ferro tra il governo e il Pdl sulle farmacie, il primo ha sostanzialmente tenuto la linea sul tetto degli abitanti per ciascuna farmacia, facendolo salire dai 3.000 del decreto a 3.300; ma comunque ben al di sotto dei 5.000 stabiliti dall'attuale normativa e dai 4.000 chiesti dal Pdl. In piu' cade un vincolo per le parafarmacie: potranno vendere i farmaci che l'Aifa togliera' dalla lista di quelli di fascia C anche nei piccoli comuni, e non piu' solo in quelli oltre i 12.500 abitanti. E ancora le parafarmacie potranno vendere prodotti galenici e prodotti veterinari con ricetta. Tutto cio' ha fatto esprimere ''amarezza'' a Federfarma.

Il Pdl porta invece a casa le norme sui Taxi: le licenze rimarranno in capo ai sindaci e non all'Autorita' per i trasporti che potra' al massimo ricorrere al Tar se i comuni non seguiranno le proprie direttive. E anche sui professionisti il Pdl strappa varie modifiche: gli avvocati non dovranno piu' fare obbligatoriamente un preventivo scritto, e altre loro richieste sulle societa' di professionisti sono state recepite. Tutti motivi che spingono il capogruppo Maurizio Gasparri a parlare di decreto ''migliorato''.

C'e' poi la corsa a rivendicare la paternita' degli emendamenti, e sono numerosi, che rafforzano le tutele dei consumatori nei riguardi di banche e assicurazioni. Oggi per esempio sono passate due modifiche del Pd che eliminano le clausole ''qualsiasi sia la loro denominazione'' sull'apertura e la tenuta di linee di credito. E anche le ipoteche su vecchi mutui ormai estinti saranno cancellate ''automaticamente'' senza dover andare dal notaio, come avviene oggi. ''Noi non chiediamo che le banche non traggano profitti dalla loro attivita', ma cio' deve avvenire nella trasparenza'', ha detto Filippo Bubbico (Pd) che insieme a Simona Vicari (Pdl) ha svolto il ruolo di relatore e di costruttore di sintesi.

La commissione ha pure introdotto il cosiddetto ''rating antimafia'', fortemente voluto dal presidente del Senato Renato Schifani, che diverra' ''uno strumento premiale nell'accesso al credito ed alle agevolazioni pubbliche'', come ha spiegato Vicari. E' invece del Pd, con prima firma di Luigi Zanda, l'emendamento che toglie alla Protezione civile la gestione degli appalti per i Grandi eventi: dovranno essere fatte d'ora in poi regolari gare e non piu' affidamenti diretti alle imprese. Pratica che e' alla base di molti episodi di corruzione all'attenzione della magistratura.

Queste norme sono blindate, nel senso che l'accordo tra i partiti che sostengono il governo e' solido e reggera' in aula. Piu' insidioso il discorso sulla tesoreria unica: qui oltre alla Lega anche il Pd registra malumori tra le sue fila, cosa che dipende dall'alto numero di amministratori locali Democrat. Se quindi mercoledi' pomeriggio, quando il testo approdera' in aula, il governo trovera' emendamenti sulla Tesoreria anche a firma Pd presumibilmente porra' la fiducia sul testo licenziato dalla commissione. Nel frattempo verra' approvato un ordine del giorno che impegna il governo a risolvere la questione nel decreto fiscale.

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