ROMA – “La giurisdizione è italiana. Disponibili a trovare soluzioni con India in sede internazionale. Intanto i nostri marò restano in Italia”: scriveva così su Twitter il ministro degli Esteri Giulio Terzi. Era l’11 marzo. Quel tweet è riuscito a scatenare un putiferio tra Delhi e Roma. E il risultato finale è stato che, dopo dieci giorni, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre sono tornati in India. Un’India, ovviamente, molto meno ben disposta nei confronti di un’Italia che aveva fatto un tira e molla rimangiandosi la parola data nel chiedere il permesso elettorale in Italia per i due militari. Mentre Terzi pare scomparso. E più che un esperto diplomatico super partes viene definito da Libero “miracolato da Fini”.
La decisione di rispedire in India Latorre e Girone, accusati dell’omicidio di due pescatori al largo delle coste del Kerala, è stata presa dal governo senza Terzi. Ministro “tecnico” che poi tanto tecnico non era, fa notare Libero.
Il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro ricorda che c’era l’allora ambasciatore a Gerusalemme Terzi dietro al viaggio in Israele del presidente della Camera Gianfranco Fini nel 2003. E fu sempre Terzi, stavolta ambasciatore a Washington, a “sondare il terreno negli Stati Uniti sempre per conto di Gianfranco Fini.
Il fondatore di Alleanza Nazionale ora è fuori dal Parlamento. Terzi pare ormai fuori anche dal governo tecnico ormai in fase di dissolvenza.
“Oggi il Presidente del Consiglio Mario Monti, insieme al ministro della Difesa Giampaolo Di Paola e al Sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura, ha incontrato i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, per valutare congiuntamente la posizione italiana e i risultati delle discussioni avvenute tra le autorità italiane e quelle indiane”: questo il comunicato ufficiale del Governo che ha preceduto il ritorno dei due marò in India. Del ministro Terzi nemmeno l’ombra.