Libero: “Montezemolo si defila, Irene Tinagli la sua premier”

Pubblicato il 12 Giugno 2012 - 13:57 OLTRE 6 MESI FA

Irene Tinagli (LaPresse)

ROMA – Una discesa in campo a metà, con un posto in cabina di regia e senza metterci direttamente la faccia. Luca Cordero di Montezemolo potrebbe lanciare alle politiche del 2013 non se stesso ma Irene Tinagli, 38 anni, docente di Economia all’Università Carlos III di Madrid  e consulente del Dipartimento Affari Economici e Sociali dell’Onu e della Commissione Europea.

L’ipotesi la formula il quotidiano Libero in un pezzo firmato da Elisa Calessi. Ipotesi quantomeno curiosa visto che non si spiega perché mai Montezemolo dovrebbe per anni preparare una discesa in campo per poi cedere a qualcun altro il posto in prima fila. Non solo: chi si dice disposto a votare Montezemolo, ad oggi, non lo fa in nome di un programma che ancora non c’è o di un organigramma di partito ancora tutto da definire. Lo fa proprio perché in Montezemolo ha fiducia, se vogliamo “a priori”. E perché questa fiducia dovrebbe trasferirsi in automatico ad una candidata autorevole quanto si vuole ma di certo non conosciuta quanto il presidente della Ferrari? Domande cui Libero non risponde e che, per ora, rendono l’ipotesi del quotidiano non del tutto attendibile.

Secondo Libero, quindi, Montezemolo sarebbe disposto a “farsi da parte” favorendo l’ascesa di un candidato per certi versi ottimale. Tinagli, che Veltroni aveva voluto nel primo Pd, è giovane, donna e autorevole. Come elemento di “rottura” partirebbe avvantaggiata.

Sempre secondo Libero, però, Tinagli non è l’unica papabile leader per il partito di Montezemolo. Scrive Calessi che ci sono anche “Andrea Romano, scrittore e docente di Storia contemporanea all’Università Tor Vergata di Roma, oltre che editor di Marsilio, Carlo Calenda, direttore generale del gruppo Interporto campano e oggi il vero motore organizzativo dell’associazione, oppure un’altra donna, Sofia Ventura, un tempo spin doctor di Gianfranco Fini, oggi in prima linea nel proporre il presidenzialismo e il doppio turno”.