Libia, Frattini: “No giustizia sommaria. Gheddafi e figli al Tribunale dell’Aja”

Pubblicato il 23 Agosto 2011 - 08:38 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ”Sosteniamo la posizione di Jibril, che si e’ espresso per i giusti processi” e ha detto ”no a quelli sommari, per intenderci alle fucilazioni. Ma abbiamo sottolineato anche un fatto: non fate agli uomini di Gheddafi cio’ che loro hanno fatto contro di voi, usate metodi da Stato di diritto”. A dirlo il ministro degli Esteri Franco Frattini in un’intervista al Messaggero, in cui auspica che il Colonnello ”sia catturato vivo” perche’ ”deve essere processato dal Tribunale dell’Aja”.

”Ci sono indicazioni che Gheddafi possa rifugiarsi nei sotterranei dell’ospedale, per cui non puo’ sfuggire all’arresto”, spiega Frattini, che afferma di non vedere ”il rischio di una lunga guerra”. L’unico pericolo, sottolinea, sono ”i mercenari non libici che ancora si aggirano per Tripoli” e che ”hanno una doppia spinta: la disperazione e la mancanza di denaro, la voglia di darsi al saccheggio”.

In merito al patrimonio libico, adesso ”si va verso lo scongelamento del blocco dei beni, cosi’ come era stato deciso nella riunione del Gruppo di contatto”, dichiara il ministro, secondo cui ”e’ probabile che da questo scongelamento arrivera’ un forte afflusso di denaro che permettera’ di riattivare i canali industriali e commerciali, ma anche i pozzi di petrolio. Il governo degli insorti – aggiunge – riaprira’ i pozzi, e anche le imprese italiane presenti sul territorio vedranno rispettati i loro contratti dopo una fase di grande incertezza”.

Per quanto riguarda il Trattato di amicizia con l’Italia, ”potrebbe essere rimesso in vita”, afferma il titolare della Farnesina. ”Il nuovo governo vuole mantenere gli impegni nei confronti del noLibia, Frattistro paese”.

”E’ indubbio che il regime di Gheddafi sia alla fine, che il momento e’ favorevole agli insorti, ma questo non vuol dire che tutto si risolvera’ in poche ore”. Lo ha detto, intervistato al Tg1, il ministro della difesa Ignazio La Russa, ricordando di aver invitato nei giorni scorsi alla cautela.

Il ministro ha, fra l’altro, affermato che l’Italia insieme alla Nato ”continuera a proteggere i civili” oltre che a proseguire un”’azione diplomatica per evitare un bagno di sangue”. ”La Nato, a livello tecnico – ha precisato – ha gia’ cominciato a definire la linea da seguire con la nascente democrazia in Libia’. La Russa ha ribadito che non ci saranno soldati italiani in Libia nel ‘dopo-Gheddafi’, ”ogni richiesta dovra’ venire dal legittimo governo libico”.

Sulle critiche rivolte, soprattutto dai blog, al governo italiano su uno scarso rilievo del nostro paese nella guerra, La Russa ha detto: ”Sono appunto accuse da blog. Si puo’ dire tutto e il contrario di tutto. Non si tratta di guerra francese, tedesca o inglese ma dell’Onu. Noi ci siamo mossi solo dopo l’Onu, sotto l’egida della Nato”. ‘Ringrazio i nostri militari e la Nato perche’ e’ stato evitato un bagno di sangue. Mi chiedo cosa sarebbe successo se non fossimo intervenuti per evitare una carneficina”.

Il Trattato di amicizia consiste in ”accordi tra la Libia e l’Italia, non tra Gheddafi e Berlusconi. Sono un bene nell’interesse dei nostri due popoli e i due Stati devono tenerseli stretti”. L’ambasciatore di Tripoli in Italia Hafed Gaddur, intervistato dal Messaggero, assicura che il nuovo governo libico rispettera’ gli accordi con l’Italia. Il diplomatico esclude l’ipotesi di un esilio per Gheddafi.

”Il popolo non lo consentira’. Deve essere processato per i crimini che ha commesso contro il suo popolo”, afferma. ”Spero che lo catturino presto”.    Per Gaddur ”ci sara’ subito la nomina di un governo provvisorio appena liberata tutta la Libia, quindi e’ questione di ore o di pochi giorni”.

Gheddafi e i suoi figli ”saranno certamente catturati, e’ questione di poco tempo. La mia opinione e’ che debbano certamente essere processati all’Aja”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, a Radioanchio.

”Mi auguro che il Consiglio nazionale transitorio di Bengasi li consegni al tribunale dell’Aja”, ha aggiunto il ministro, sottolineando che ”questo non esclude che per altri capi di imputazione nazionali vi siano processi nelle mani di tribunali libici”.

Dopo di che, prosegue, ”nell’arco di un mese si svolgeranno le elezioni per un’Assemblea nazionale da cui uscira’ una Commissione costituente, il cui lavoro sara’ sottoposto a referendum. Una volta approvata la Costituzione – conclude l’ambasciatore – si andra’ a elezioni libere e democratiche. Il percorso e’ chiaro e noi ci auguriamo che tutto vada secondo le previsioni”.