Libia, rischio terrorismo. “Dove siamo facciamo”: l’intercettazione carpita dagli 007 britannici

ROMA – Uomini fedeli a Gheddafi ben inseriti in Occidente e pronti a tutto per sostenere il regime di Tripoli, anche con azioni violente. Sono le conclusioni alle quali sono arrivati i servizi segreti britannici, condivise con i colleghi degli altri paesi della colazione. L’allarme è arrivato anche  a Roma, Parigi, Washington.

Uomini insospettabili, dicono gli 007, perché ben integrati in Occidente, ma che hanno mantenuto contatti con il regime. Sono stati seguiti e intercettati e gli agenti si sono preoccupati soprattutto ascoltando alcune conversazioni: “Bisogna combattere, ci dobbiamo impegnare per dare sostegno”. Parlano di “azioni contro il neocolonialismo. Dove siamo facciamo”.

In Italia l’informativa è arrivata all’Aise, il settore dei servizi segreti che si occupa delle minacce esterne, che ha già attivato controlli, anche se per ora i maggiori rischi li corrono gli italiani che si trovano in Libia, possibili ostaggi degli uomini di Gheddafi. In Gran Bretagna i controlli riguardano anche i movimenti economici di questi sospettati, per verificare eventuali sostegni ad azioni pericolose. In Italia l’allarme riguarda mille obiettivi sensibili nella capitale: sedi di ambasciate e diplomatiche, soprattutto. Ma i nostri servizi sono sicuri che non basteranno i dubbi espressi da Berlusconi sull’intervento militare per mettere al sicuro l’Italia.

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