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Licata: il sindaco deve dimorare fuori paese e così amministra il paese dalla sua villa

di Alessandro Avico |19 Febbraio 2010 10:33

Le carte gliele portano nella villetta che ha preso in affitto a San Leone Agrigento. Anche la giunta si riunisce una volta la settimana a casa sua. Per le conferenze stampa ci si arrangia come si può, c’è il Bar Albatros sul lungomare. Da due mesi e mezzo, ormai, il sindaco di Licata amministra a distanza. Lui, Angelo Graci, è nella casa al mare o impegnato negli appuntamenti fuori città, mentre il neo-vicesindaco Marina Barbera sbriga gli affari quotidiani e riceve cittadini e interlocutori nelle stanze del comune a piazza Progresso.

A Licata infatti il sindaco non può mettere piede dai primi di dicembre perché è agli arresti domiciliari per una brutta storia di tangenti che  avrebbe incassato per la festa del patrono Sant’Angelo. I giudici hanno deciso di rimetterlo in libertà ma gli hanno imposto il divieto di soggiorno in città. Il prefetto Umberto Postiglione, che lo aveva sospeso al momento dell’arresto, ha dovuto reintegrarlo nell’incarico, così come prevede la legge. Poco importa il paradosso di una città amministrata da un sindaco “esiliato” che, nonostante il rigetto del suo ricorso da parte del tribunale della libertà, non ha alcuna intenzione di farsi da parte.

«Non mi dimetto perché voglio dimostrare la mia onestà e la mia trasparenza, anche se la magistratura è lenta. Con questa giunta, anche se sono ad Agrigento, posso lavorare tranquillamente». Dopo aver parlato a lungo, adesso Angelo Graci preferisce tenere la bocca chiusa con i giornalisti. Parla invece il vicesindaco Marina Barbera. «Qui l’atmosfera è molto tesa, la cittadinanza è stanca ma noi lavoriamo per ricostruire un rapporto di fiducia. Noi siamo qui tutti i giorni e credo che i cittadini se ne stiano accorgendo. Fino a quando andremo avanti così? Francamente non lo so, l’intenzione del sindaco è quella di arrivare fino a fine mandato, nel 2013. Noi non siamo dei politici, una delle parole d’ordine di questa giunta è il divieto di sfruttare questa esperienza a fini elettorali. Nessuno di noi si ripresenterà. Abbiamo priorità e appuntamenti importanti da affrontare, a cominciare da bilancio del Comune, ma è difficile, siamo persino oggetto di attacchi mediatici continui ormai finiti persino nel gossip».

Sesso a pagamento. Eccolo il gossip che da giorni infiamma Licata dopo che una retata di prostitute romene minorenni ha portato alla luce un giro di incontri hard ai quali avrebbero partecipato anche un parente del sindaco Graci e un assessore. Notizie diffuse, ordinanza di custodia cautelare alla mano, dall’emittente televisiva Tv Alfa.

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