Pubblicata la listaouting.com: 10 nomi di politici gay di destra

ROMA – Il sito internet pirata Listaoutitng.wordpress.com” ha pubblicato una lista, già annunciata nei giorni scorsi, in cui compaiono i nomi di dieci importanti politici italiani, che il sito afferma essere omosessuali ed omofobi. L’idea però è stata giudicata come una palese violazione della legge sulla privacy dalla procura di Roma, che sabato ha aperto un fascicolo sulla vicenda.

Sembrerebbe, in tutta evidenza,   un’azione dai contorni provocatori  se non addirittura congegnata per diffamare personaggi al di sopra di ogni sospetto. Di alcuni circolano addirittura pettegolezzi di segno decisamente contrario. Anche la scelta di una vita celibataria non autorizza nessuna conclusione in merito.

Nella lista spiccano alcuni nomi della politica italiana, tutti schierati a destra o in partiti di ispirazione cattolica.

Ammettendo che la provocazione sia solo il frutto di un gruppo di gay, diciamo così, radicali e arrabbiati, va registrata quantomeno una spaccatura tra chi deplora l’azione e chi, magari sottotraccia, ne condivide le finalità. Per i pirati dei diritti e suoi fan sotterranei non ci sono dubbi: l’opinione pubblica deve conoscere l’ipocrisia di chi ha affossato in Parlamento la legge contro l’omofobia, pur essendo egli stesso omosessuale. Sono consapevoli dell’azione di filibustering e non si fanno scrupoli nel mettere in fila una serie di nomi, come nelle più classiche liste di proscrizione. Non si curano della evidente violazione del diritto alla riservatezza degli interessati messi alla gogna, perché la sortita on-line è anonima. La Polizia dovrà sudare per rintracciarli, un po’ come succede con gli hacker. Se ne fregano anche del politicamete corretto: tra due diritti in conflitto hanno scelto quello che considerano prevalente, cioè l’affermazione dei diritti omossessuali in una società, quella italiana, che sul quel piano giudicano arretrata e supina alla volontà della Chiesa. Con buona pace di chi si sentirà umiliato, offeso, violato: se essere visti come gay lo considerano una menomazione, un’accusa rivoltante, un’infamia gratuita allora tanto peggio per loro, così un’altra volta imparano.

Ma contro il coming out coatto, l’ingiunzione a rivelare a forza il proprio orientamento sessuale, si è schierata la maggioranza degli attivisti dei diritti dei gay. E’ chiaro che fare outing deve essere una scelta individuale, libera, che non soggiaccia a condizionamenti di alcun tipo. Quello proposto dai pirati semplicemente ne smentisce il contenuto di liberazione. Da un punto di vista pratico, se è vero che il 5% della popolazione è omosessuale mentre in Parlamento l’unico gay dichiarato è la deputata Paola Concia, anche rivelando i nomi degli altri che si nascondono che succede? Niente, quelli forse perderanno qualche voto, magari non saranno più rieletti, ma per la causa che si intende difendere non cambierebbe nulla. Insomma, non si confondano le battaglie di principio con gli attacchi meramente personali.

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