ROMA, 17 SET – Da Angelino Alfano a Daniela Santanchè, c’è stata una “valanga azzurra” di commenti contro la sentenza della Cassazione che condanna la Fininvest di Silvio Berlusconi a pagare 500 milioni di euro alla Cir di Carlo De Benedetti come risarcimento per il Lodo Mondadori.
Una valanga inaugurata da Sandro Bondi, poi proseguita con le dichiarazioni di Luca D’Alessandro, Michaela Biancofiore, Renato Brunetta, Renato Schifani, Jole Santelli, Gabriella Giammanco, Daniele Capezzone, Elisabetta Alberti Casellati, Maria Stella Gelmini, Giuseppe Esposito, Gianfranco Rotondi, Enrico Costa, Mara Carfagna, Lucio Malan, Anna Maria Bernini, Deborah Bergamini, Daniela Santanché, Fabrizio Cicchitto, Antonio Leone, Osvaldo Napoli, Francesco Paolo Sisto.
Una processione in cui tutte le componenti del Pdl, falchi, colombe, “governisti” e “cerchio magico” di Berlusconi, si sono esercitate in attacchi alla magistratura e solidarietà al leader. Metafore di guerra, metafore letterarie, linguaggio giuridico e linguaggio da social network: nelle reazioni dei parlamentari pdl si trova di tutto.
Iniziamo dal segretario Angelino Alfano, che a Porta a Porta ha dichiarato: “È una sentenza spropositata nella sua dimensione. Penso che l’azienda ricorrerà nelle più alte sedi, anche internazionali. Il ricorso in Cassazione per chiedere l’annullamento della sentenza di condanna nei confronti di Berlusconi “è la prova che il caso Berlusconi non è chiuso” che il cavaliere “ha ancora spazi, strumenti e luoghi giuridici” per difendersi.
Francesco Paolo Sisto, presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera: “La decisione di oggi concorre a completare il quadro in cui è racchiusa l’uccisione giudiziaria del diritto di difesa di Silvio Berlusconi. Con una concatenazione singolare, per coincidenza di tempi e di effetti, alla stupefacente sentenza dei diritti Mediaset si è accompagnata la ancora più singolare decisione sulla vicenda De Benedetti che, in maniera obiettivamente smisurata, punisce ancora il ‘colpevole per eccellenza’ del nostro sistema”. “Non più tardi di domani – prosegue – un altro organismo finto – istituzionale-giudiziario, pan-politico, provvederà a ghigliottinare il pieno diritto di un parlamentare di mantenere il seggio al Senato. Ma se quel parlamentare si chiama Silvio Berlusconi, legge o non legge, diritto o non diritto, non deve avere scampo. E questo, con macabra anticipazione politica, indipendentemente dal giudizio di ciascuno dei componenti della Giunta. Credo che Silvio Berlusconi debba cominciare a sospettare che qualcuno ce l’abbia con lui”.
Osvaldo Napoli: “Il silenzio assordante della politica e delle istituzioni non può trovare spiegazione nel più ipocrita dei refrain, quello che dice: “la legge è uguale per tutti e le sentenze si rispettano”. Se le cose stessero davvero così, nessuna questione. Le cose, invece, così non stanno e nessuno ha più il coraggio, civile prima ancora che politico, di metterle nella direzione degna di un Paese civile. Quando qualche commentatore scrive o qualche politico avversario bisbiglia in un orecchio amico che ‘sì, in effetti un certo accanimento giudiziario contro Berlusconi c’è’, non dicono la verità e neppure ad essa si avvicinano”. “La politica – prosegue – come quei sepolcri imbiancati di cui parla San Matteo, assiste impotente al genocidio politico dei suoi avversari, come già avvenne vent’anni fa. Finge di non vedere come l’assedio portato da parti della magistratura a Silvio Berlusconi è in realtà una guerra, combattuta e non ancora vinta, contro la politica nel suo insieme. Che reagisce, come gli struzzi, infilando la testa sotto la sabbia nella speranza di farla franca”. “La legge è uguale per tutti’ – dice ancora – se tutti i giudici fossero uguali ed equanimi con tutti. Sappiamo tutti che così non è. Invocare la riforma della giustizia, con la ripetitività del kirye eleison, è diventata una forma di autolavaggio delle coscienze. La verità triste è che la mancanza di reazioni ha come corrispettivo il trasferimento dei consensi, raccolti democraticamente, dalla politica alla magistratura. Stare dalla parte dei magistrati, come se i magistrati fossero “una parte”, significa abdicare al ruolo proprio della politica. E portare alla morte della democrazia”.
Antonio Leone: ”Alla vigilia del primo voto sulla decadenza da senatore di Berlusconi, la Cassazione completa l’accerchiamento giudiziario al leader del centrodestra bocciando anche il suo ricorso sullo stratosferico versamento di 564 milioni di euro a De Benedetti per il Lodo Mondadori altro capitolo, questa volta sul versante economico, di un’aggressione che dura da venti anni”. ”I giudici hanno concesso solo uno sconticino da supermercato, senza tener conto di un accordo ufficiale, di reciproca soddisfazione e definitivo sottoscritto a suo tempo dalle parti. Si conferma la tecnica da soviet seguita da certa magistratura: prima si individua la persona da distruggere, poi si costruiscono le prove che facciano da supporto alla sua eliminazione fisica e politica, Sconcertante è che in questo caso le prove erano tutte a favore di Berlusconi”, conclude.
Fabrizio Cicchitto: “Aldilà della valutazione sul giudice Metta è risultato in modo inequivocabile che gli altri due giudici di quel collegio erano al di sopra di ogni sospetto e per nulla influenzati da chicchessia. Inoltre quella sentenza fu confermata in altri gradi di giudizio. Di conseguenza la definizione di “sentenza corrotta” da parte della cassazione per motivare un ulteriore contributo alla CIR da parte della Fininvest rientra in un circolo vizioso cosi ripetitivo da essere parossistico. Questo circolo vizioso è rappresentato da un attacco a Berlusconi che si sviluppa su ogni argomento in modo sistematico da quello penale a quello civile e perfino a quello riguardante il diritto di famiglia”.
Deborah Bergamini (deputato pdl): “Quando una parte della magistratura si trova ad avere a che fare con Silvio Berlusconi, o con un’azienda del suo gruppo, ogni accusa, anche se fondata su deduzioni e congetture, diventa ‘correttamente motivata”’. “Dopo aver colpito l’uomo e il politico – prosegue – si cerca di colpire anche l’imprenditore, perché la tenacia e la persistenza del Presidente Berlusconi e del suo rapporto con il popolo di dieci milioni di moderati che lo sostiene è indigeribile ad alcuni settori di potere. Cosa potrà far loro capire che è inutile, che Silvio Berlusconi non mollerà e che noi siamo con lui? Oggi la giustizia italiana perde un altro tassello di credibilità mentre la nostra risolutezza e il nostro impegno per riformarla, anche attraverso i referendum radicali, escono ancor più rafforzati”.
Anna Maria Bernini, senatore del Pdl: “Ormai è chiaro a tutti. È in atto l’ assedio finale all’avversario politico Silvio Berlusconi: prima la limitazione della libertà personale con la sentenza Mediaset, poi l’assalto al patrimonio con il verdetto sul lodo Mondadori. Un assedio che non risparmia neppure le sue aziende e le migliaia di professionisti che vi lavorano e che in tutti questi anni hanno prodotto cultura e informazione senza pesare sulle casse dello Stato”. “Ma la cosa forse ancora più grave – prosegue – è la tempestività di quest’ultima sentenza sul Lodo Mondadori, in perfetta sincronia con l’attesa del voto in Giunta per le elezioni. Adesso per il gran finale il Pd e’ pronto ad infliggere il colpo di grazia votando la decadenza da senatore di Berlusconi, così privando lui e 9 milioni di italiani dei loro diritti politici. Che cos’altro manca per riconoscere che non è sotto attacco solo il cittadino Berlusconi ma la democrazia in Italia?”.
Lucio Malan: ”La sentenza sul Lodo Mondadori costituisce una certificazione della persecuzione giudiziaria a danno di Silvio Berlusconi, oggi condannato a pagare una somma enorme al vero capo della fazione politica a lui avversa per un danno mai causato. Una sentenza grottesca che propone l’incredibile teorema per cui una sentenza che dette ragione a Berlusconi sarebbe stata falsata dalla corruzione di uno dei tre giudici che la formularono. Ma gli altri due giudici la cui correttezza non è mai stata messa in dubbio condivisero e firmarono la stessa sentenza”. “Per ogni cittadino è sempre più difficile avere fiducia nella giustizia poiché non può sapere se il magistrato che avrà davanti è uno dei tanti che compiono il loro dovere con imparzialità o uno di coloro che rispondono a logiche di fazione e di odio politico”. ”Questa sentenza non può che rafforzare il nostro convincimento di difendere in ogni sede Berlusconi, non solo come grande leader, ma anche in quanto una delle vittime della giustizia prostituita a basse finalità di convenienza e di parte” conclude Malan.
Mara Carfagna, portavoce del gruppo Pdl alla Camera dei deputati: “Se, come sostiene Agatha Christie, un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova, allora la sentenza della Corte di Cassazione sul lodo Mondadori conferma quanto sosteniamo da tempo, cioè la politicizzazione di certa magistratura che in questi anni sta conducendo, tanto dalle aule dei Tribunali quanto in Parlamento e sui media, una guerra senza quartiere contro Silvio Berlusconi”. “L’Italia è oggi una Repubblica a sovranità limitata, questa appartiene, di fatto, alla minoranza di un ordine, che si è fatta partito politico, gestisce potere e combatte i propri avversari con gli strumenti della coercizione giudiziaria”, conclude Carfagna.
Daniela Santanché: “La conferma della ingiusta e sproporzionata sentenza Mediaset dimostra in modo inequivocabile che in questo Paese la magistratura ha licenza di uccidere persone, aziende e idee a prescindere dai fatti. Provo profondo disagio ad appartenere a una classe politica che ha permesso che tutto ciò accadesse ma non mi farò mai complice di chi ancora oggi subisce in silenzio per opportunità politica e codardia personale e si ostina a garantire l’impunità assoluta a magistrati inadeguati e in malafede”.
”Oggi si è perpetrato, con una sentenza irrituale, l’ennesimo indecente attacco a Silvio Berlusconi e alle sue attività. E’ in atto il deliberato tentativo di distruggere un importante gruppo imprenditoriale che rappresenta sia la storia del Paese che quella personale di un grande leader politico. Una guerra a tutto campo portata avanti da certe toghe per colpire il nemico di sempre in ogni aspetto della sua esistenza”. Lo dice il vicepresidente dei senatori del Pdl, Giuseppe Esposito che si dice ”sicuro che la famiglia Berlusconi, ancora una volta, supererà questo momento e resterà centrale sia in politica che nell’impresa”. ”Certa magistratura si dia pace, non è finita” assicura l’esponente del Pdl.
“Sono ormai chiari gli obiettivi dei settori della magistratura militante di sinistra. Il verdetto sul lodo Mondadori, a poche ore da un atteso e fondamentale appuntamento, quello del voto in Senato sulla applicabilità della legge Severino a Silvio Berlusconi, è dunque un’altra tessera del mosaico che, se fosse composto, finirebbe per cancellare un leader politico e il suo partito. La sentenza di oggi è solo una battaglia persa di una guerra ancora da combattere fino in fondo. Il Pdl contrapporrà a tale violenta aggressione giudiziaria, volta, ormai lo sappiamo senza più alcuna ombra di dubbio, a spazzarci via, la forza dei suoi elettori, dei milioni di italiani che credono nel partito, nei suoi valori, nel suo presidente, Silvio Berlusconi”. Lo dice la vice capogruppo del Pdl alla Camera Maria Stella Gelmini.
Gianfranco Rotondi: “Il mosaico della distruzione per via giudiziaria di Berlusconi si completa giorno dopo giorno, sentenza dopo sentenza”.
“È evidente il disegno di colpire Silvio Berlusconi nella libertà personale, nei diritti fondamentali, ed ora anche nel patrimonio e nell’esercizio dell’attività imprenditoriale. I cittadini se ne sono ampiamente resi conto, certe Istituzioni restano invece cieche e sorde di fronte a questo incredibile accanimento. È ora che battano un colpo di fronte ad una giustizia che sta perdendo ogni credibilità”. E’ quanto dichiara Enrico Costa, capogruppo Pdl in commissione Giustizia alla Camera.
”L ‘accerchiamento a Berlusconi non è finito. La condanna a pagare a De Benedetti una cifra spropositata e ‘ il segno inequivocabile di una persecuzione giudiziaria che mira ad un annientamento totale del leader del centrodestra”. Lo afferma la senatrice del Pdl Elisabetta Alberti Casellati, membro della giunta delle elezioni di Palazzo Madama.
Che altro deve succedere contro Silvio Berlusconi? Ormai è tutto chiaro. Per citare una nota canzone, ‘non c’è niente da capire'”. Lo scrive Daniele Capezzone su Twitter.
“Dopo l’assalto alla libertà politica e personale del presidente Berlusconi da parte di certa magistratura, ora la Cassazione saccheggia le sue finanze. Siamo di fronte a un atto politico di assoluta gravita’, una chiara vendetta contro Silvio Berlusconi consumata attraverso una sorta di ‘esproprio proletario’, a tutto vantaggio della tessera numero uno del Partito democratico, nonché editore di riferimento delle procure, Carlo de Benedetti. E’, in sostanza, l’emblema del rapporto perverso che in Italia intercorre fra la giustizia, l’informazione e i cosiddetti poteri forti”. Lo afferma Gabriella Giammanco (Pdl).
“Al di là dell’accanimento politico-giudiziario nei confronti dell’uomo politico Silvio Berlusconi, al quale siamo tristemente abituati, mi lascia veramente sgomenta la spregiudicatezza nei confronti delle sue aziende ed il tentativo di creare grandi difficoltà ad una realtà economica che, secondo buon senso, dovrebbe essere considerata un fiore all’occhiello della nostra economia, dando lavoro a oltre 60mila persone e producendo ricchezza nel Paese. Questo significa voler fare del male all’Italia”. E’ quanto afferma la deputata del Pdl Jole Santelli, sottosegretario al lavoro e alle politiche sociali.
”La sentenza della Corte di Cassazione sul lodo Mondadori conferma che contro Silvio Berlusconi è in atto un vero e proprio attacco concentrico. Un’operazione di accerchiamento che, dopo la sentenza Mediaset e la conseguente interdizione, mira a colpirlo anche da un punto di vista patrimoniale”. Lo dice il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani che sottolinea come ”chi ha condiviso le battaglie politiche con il presidente Berlusconi, e i milioni di italiani che continuano a sostenerlo nelle urne, sanno però qual è la verità”. ”Al di là di valutazioni processuali che pagano il prezzo del pregiudizio” conclude Schifani.
“Con una ormai ricorrente chirurgica tempestività, a ventiquattrore da un delicatissimo dibattito parlamentare sulla discutibile applicabilità della legge Severino al senatore Berlusconi, la magistratura colpisce ancora. Ed emana una sentenza in cui traveste di certezza quelle che erano e rimangono delle congetture”. Lo afferma Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl. “Se qualcuno avesse avuto bisogno di un’ulteriore conferma della necessità di una riforma radicale della giustizia, oggi non può avere più dubbi. La domanda è sempre la stessa: perché i magistrati sono gli unici cittadini a non essere mai responsabili dei propri atti?”, conclude.
“L’ennesima sentenza contro il gruppo di proprietà di Silvio Berlusconi è l’allarmante conferma del venir meno di ogni forma di giustizia in Italia. Siamo al tiro al piccione , alle sentenze contra personam. Ho avuto modo infatti di leggere la transazione del lodo Mondadori è vi è scritto letteralmente che le parti si impegnavano a rinunciare ad ogni azione giudiziaria e il gruppo Cir viceversa è venuto meno alle sue stesse dichiarazioni autografe”. Lo afferma Michaela Biancofiore, Coordinatore regionale Trentino alto Adige e Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. “Ora o le transazioni hanno valore giuridico o ogni soggetto contraente può venire meno a quanto legalmente pattuito . Ciò che lascia sgomenti , innanzi a quanto scritto nel lodo , è la conferma da parte della Cassazione di uno scippo di Stato per via giudiziaria. E’ chiaro l’intento di una magistratura senza controllo di mettere in ginocchio , come nel caso Ilva , le imprese italiane ed in particolar modo quelle della galassia Fininvest. La Giustizia è tutto come diceva Ghandi , il resto viene dopo. Mi auguro che sempre più cittadini ne prendano coscienza e ci sia un rifiuto comune di quanto sta accadendo nel silenzio di troppi”, conclude.
“Dopo la privazione della libertà, dopo il via alla conseguente operazione per cacciarlo dal Parlamento ed estrometterlo dalla politica per via giudiziaria, dopo il saccheggio delle sue finanze a vantaggio dell’editore di riferimento delle procure, deciso oggi dall’ineffabile Cassazione, cos’altro devono fare giudici politicizzati, interi partiti politici, pezzi delle istituzioni senza uno straccio di voto e interi settori della stampa radical-chic e forcaiola, per convincere Silvio Berlusconi che lo stanno scuoiando vivo e che non hanno intenzione di fermarsi fino a quando lo scempio non sarà concluso?”. Lo afferma Luca D’Alessandro, deputato del Popolo della Libertà e segretario della commissione Giustizia della Camera. “Può un popolo intero prosegue – di milioni di persone assistere inerme e silenzioso di fronte a questo golpe rosso? Può il partito che si riconosce in Silvio Berlusconi, nella sua storia di imprenditore e statista, nella sua leadership, nel suo carisma, nei suoi ideali di libertà e democrazia, fare finta di nulla e camminare a fianco di coloro che stanno tramando e operando per vederlo morto?”
Il primo, Sandro Bondi: “La sentenza della Cassazione conferma che nessuno in Italia può sentirsi più al sicuro: nessuno può sentirsi sicuro della propria libertà personale, sicuro dei propri beni, sicuro dei propri diritti”.