Lodo Mondadori, “tutelare giudice Mesiano”. Allarme dei consiglieri Csm

Aprire una pratica a tutela di Raimondo Mesiano, il giudice che ha emesso la sentenza di condanna nei confronti di Fininvest per la vicenda del Lodo Mondadori. È questa la richiesta avanzata da quindici consiglieri del Csm, togati e laici del centro-sinistra, al Comitato di presidenza di Palazzo dei marescialli.

La misura è ritenuta necessaria dopo i giudizi espressi da Silvio Berlusconi e dai capigruppo del Pdl al Senato e alla Camera sulla sentenza che ha condannato la Fininvest al pagamento di 750 milioni di euro a favore della Cir di Carlo De Benedetti. Il premier aveva infatti parlato di “enormità giuridica”, mentre senatori e deputati della maggioranza erano andati oltre e hanno addirittura parlato di “piano di eversione”.

Nel documento si parla genericamente di «dichiarazioni pubbliche di autorevoli esponenti del Parlamento e del Governo». È una vicenda che si caratterizza per «gravità» e «singolarità», scrivono i consiglieri del Csm e della «credibilità della giustizia civile».

Il documento è stato sottoscritto dai togati di Unità per la Costituzione, Magistratura democratica e Movimento per la giustizia e dai laici del centro-sinistra Letizia Vacca e Mauro Volpi.

«L’intervento del Consiglio – scrivono i firmatari – appare necessario ad accertare ed a rappresentare ai magistrati, ed all’opinione pubblica, se la sentenza ed il suo percorso hanno conservato piena natura giurisdizionale».

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