Ma quale fermata “ad personam” dice, in sintesi, il ministro Francesco Lollobrigida. Quella fermata straordinaria a Ciampino, dice ancora, “non era per andare in vacanza o andare a trovare la mia famiglia, ma per andare a fare il mio lavoro”. Insomma, era “nell’interesse dello Stato”. Non sfuggirà dal confronto in Aula, spiega, ma non si dimetterà.
“È valsa la pena di essere a Caivano – dice il ministro – penso sia dovere di tutti ma soprattutto delle istituzioni garantire la propria presenza li dove serve in tutti i modi possibili seguendo tutte le leggi ma confermando che il primo obiettivo è fare le cose e farle per la popolazione”.
Giusto. Ora estendiamo la fermata a richiesta anche agli insegnanti, ai medici, ai pendolari…
Giusto, giustissimo. Perché dimettersi per aver usufruito di una fermata extra per arrivare in orario? Non solo. Rilanciamo: tutti, compresi quei poveri pendolari che ogni giorno devono arrabattarsi tra autobus, treni e trenini più o meno funzionanti con orari più o meno strampalati, devono poter aver questo diritto.
Anche loro, anche gli infermieri, anche i medici, anche gli insegnanti (loro non rappresentano lo Stato?), anche gli operai, anche coloro che lavorano nelle cooperative sociali ma anche gli studenti e comunque più o meno tutti coloro che perdono le loro giornate nelle varie odissee personali sui vari mezzi di trasporto dovrebbero avere questa opportunità.
O no? Gli insegnanti, per esempio, non rappresentano lo Stato quotidianamente? Loro perché non dovrebbero aver diritto alla fermata a richiesta? E i medici? E gli infermieri? Almeno quelli rimasti in Italia e non ancora fuggiti in Norvegia. E tutti gli altri? Giusto, anzi giustissimo. Tutti, o quasi tutti per non esagerare, dovremmo poter usufruire della fermata a richiesta in caso di problemi. Più fermate a richiesta per tutti.