ROMA – Maria Elena Boschi ha insistito con Lucia Annunziata perché togliesse un articolo che le dava fastidio dal sito Huffington Post italiano, ma Lucia Annunziata, nel confermare a Monica Guerzioni del Corriere della Sera l’interferenza, e qui si rivela magnanima:
“La Boschi non è la zarina di tutte le Russie, è una ragazza gentile, perbenissimo e non spocchiosa. Quasi umile…”.
Poi però le parole di Lucia Annunziata raccontano un’altra Boschi e un’altra Annunziata, troppo differenti le due donne per nascita, esperienza, convinzione politica. Lucia Annunziata non si nascose quando uscì sul balcone di Botteghe Oscure con Massimo D’Alema che celebrava una vittoria elettorale, Maria Elena Boschi è nell’inner cerchio magico di Matteo Renzi e della sua cassaforte.
Lucia Annunziata ricostruisce così la vicenda:
“L’Huffington Post ha pubblicato un articolo che raccontava le pressioni della Boschi su Dorina Bianchi, bigliettino o non bigliettino, per il voto sulla parità di genere. Lei mi ha chiamato, voleva che togliessimo il pezzo dal sito e io le ho spiegato che non funziona così. [Le ho risposto] che avremmo pubblicato la smentita. Ma il ministro, sempre molto cortese nei toni, insisteva nel dire che dovevamo togliere l’articolo. Io le ho risposto che avevamo agito secondo le regole e che non l’avremmo tolto. [Allora Maria Elena Boschi] ha detto che si riservava di denunciarmi. E io ho chiuso con un “bene, sarò felice di vederti in tribunale”… Questo episodio è il primo grande inciampo, rivela che non sanno le regole del gioco nel senso più alto. Hanno in mano un potere che non conoscono e le pressioni della Boschi sono una prova di debolezza. A Palazzo Chigi c’è un gruppo dirigente che non ha preso le misure al potere”.
Governano da un mese, intercede e provoca Monica Guerzoni. Lucia Annunziata tranchant:
“Sono saliti su un treno in corsa senza sapere dove andare e si sono ritrovati a Palazzo Chigi. Non hanno esperienza del potere, della stampa, della satira…Pensano che il loro potere sia più grande di quanto non è. Il loro rapporto col potere è sbagliato e la telefonata del ministro lo conferma. Quel che mi preoccupa del governo Renzi è che sembra che sappiano come si fa, ma non lo sanno.
Il resto dell’intervista è da antologia di tante cose:
Non sanno governare, intende?
«Non lo sanno, perché non sono mai passati dalle forche caudine del voto. Una campagna elettorale è un fuoco che ti forma, ti insegna a rapportarti con tutti».
Renzi ha vinto le primarie.
«Lui le ha fatte, molti dei suoi no. In tre sono passati da aiutanti del sindaco a sottosegretari, mentre D’Alema quando si portò lo staff a Palazzo Chigi lo chiamò staff, non diede ai “lothar” il titolo di sottosegretari».
Rimpiange D’Alema?
«Questo gruppo dirigente è totalmente nuovo ed è la debolezza di fondo che Renzi paga. Ci sono ministri, come la Boschi, che non hanno mai lavorato. Il problema non è l’età, la competenza, o il fatto che sia donna, è che questo gruppo politico è arrivato lì senza essere stato votato. Berlusconi diceva “a sinistra non hanno mai lavorato” e nel caso di Renzi è vero, il nostro premier non ha mai fatto un minuto di lavoro».
Ha fatto il sindaco. Non era renziana, lei?
«Io sono una supporter di Renzi della primissima ora. Lo appoggiavo perché diceva “cambio l’establishment, cambio le regole”… Poi però ha deciso di andare a Palazzo Chigi senza passare per il voto e ha ricompensato tutti, compreso Civati. Ha tradito la promessa di cambiamento e la pagherà. Sono addolorata. Renzi si sente un leone rampante, ma ha i piedi d’argilla».
Le è piaciuta l’imitazione della Boschi?
«La satira tutti dobbiamo subirla. Io ne ho avuta a pacchi, non ci può essere un doppio standard. A me mi fanno sempre brutta, meridionale, con un occhio storto. A lei la fanno pure bella! Ci sta».
Chi ha vinto sulla parità di genere?
«Dividere il cinismo di Renzi dal cinismo del Pd è difficile, si meritano l’un l’altro. Il segretario, che ha un ammontare di potere mai visto, non doveva lavarsene le mani. Ma dentro c’era anche il risentimento della minoranza. Un disprezzo reciproco di cui sono entrambi colpevoli. Renzi ha portato all’esplosione nucleare della sinistra».