Luigi Gaetti (M5s): assegno fine mandato da senatore per ricerca sulla mafia al Nord

Luigi Gaetti (M5s) devolve assegno fine mandato per ricerca sulla mafia al Nord
Luigi Gaetti (M5s) devolve assegno fine mandato per ricerca sulla mafia al Nord

ROMA – Ha devoluto tutto il suo assegno di fine mandato all’Università degli studi di Milano. Così Luigi Gaetti, sottosegretario M5s al Ministero dell’Interno con delega all’Antimafia ha voluto dare il suo sostegno a una ricerca sul fenomeno dell’espansione della mafia al Nord. Quasi 40 mila euro affidati al professor Nando Dalla Chiesa, fratello di Rita e figlio del generale trucidato a colpi di kalashnikov da un commando mafioso, la sera del 3 settembre 1982.

“Per alcuni è una leggenda – ha scritto Gaetti su Facebook – per altri uno scomodo marchio di fabbrica, per gli stranieri uno stereotipo con il quale identificare un popolo ma per molte, moltissime persone è purtroppo una triste realtà: stiamo parlando della Mafia”.

L’importo esatto è di 39.795,26: “Tutto il mio assegno di fine mandato – ha spiegato il sottosegretario – sono i soldi che ho versato personalmente all’Università degli studi di Milano per una ricerca coordinata dal prof. Nando Dalla Chiesa per analizzare l’espansione della Mafia al Nord. Non solo parole, anche i fatti”.

Non è la prima volta che il 5 Stelle Gaetti si spende per progetti di questo tipo. Già lo scorso anno aveva finanziato di tasca propria una ricerca simile circoscritta alla provincia di Mantova, la sua città. “I risultati della ricerca presentata nel febbraio di quest’anno ci hanno fornito indicatori quantitativi di una presenza ‘ndranghetista sul territorio mantovano sempre più radicata e infiltrata a più livelli” ha spiegato Gaetti al Fatto Quotidiano . Di qui la decisione di estendere il progetto anche alle province di Cremona, Reggio Emilia e Modena.

Il finanziamento servirà a selezionare due ricercatori che verranno scelti attraverso un bando pubblico. “L’obiettivo – ha aggiunto Gaetti – è quello di raccogliere dati sempre più precisi attraverso un’analisi qualitativa di fatturati, risorse e investimenti. Non solo indicatori quantitativi come quelli raccolti nella prima ricerca, peraltro limitata alla sola provincia di Mantova”.

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