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Pd-Pdl ai ferri corti. “Berlusconi ineleggibile”, “mettete in difficoltà il governo”

di Alessandro Avico |16 Maggio 2013 13:03

Luigi Zanda

ROMA – Ennesimo scricchiolio della maggioranza. Il tema è sempre Berlusconi. “Berlusconi è ineleggibile”, sono state le parole del capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda. Secca la replica del Pdl, affidata a Maurizio Gasparri: “Parole arroganti che non tolleriamo”. “Così mette in difficoltà il governo“, commenta invece Renato Schifani. Frase quest’ultima, che suona come un avvertimento e che segnala il etrzo punto di rottura in soli due giorni dopo quello sull’Imu e sulle intercettazioni.

Zanda aveva spiegato che “sulla giustizia abbiamo un’occasione, riformiamo il sistema e poi, a fine percorso, potremo discutere sul serio anche di amnistia e di indulto”, che ”hanno un senso solo se sono legate a misure strutturali”. Rilanciando quindi il tema dell’ineleggibilità di Berlusconi ”in quanto concessionario”, e dice di non condividere la partecipazione dei ministri Pdl alla manifestazione di Brescia.

La replica del Pdl. ”L’arroganza dei toni usata dal capo gruppo del Pd al Senato Zanda in un’intervista all’Avvenire contrasta fortemente con il clima di pacificazione che ci siamo imposti. Una cosa è collaborare per superare le emergenze, un’altra sottostare a espressioni che rasentano l’insulto. Nei confronti del governo il Pdl ha preso un impegno chiaro che intende mantenere. Ma non per questo è disposto a tollerare ingerenze da parte del Pd, i cui rappresentanti spesso pontificano in nome di una presunta superiorità morale che in realtà non hanno”. Dice il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri.

Schifani avverte: “L’intervista del presidente Zanda non facilita il compito del governo Letta. Spiace che il capogruppo del Partito Democratico torni a ribadire, dopo averlo già fatto a inizio legislatura, la sua opinione personale sull’ineleggibilità del presidente Berlusconi, contraddicendo i pronunciamenti più volte espressi dalla competente giunta parlamentare in materia. Ma ancor di più resto sorpreso di fronte alla sua volontà di giudicare la vita altrui in maniera cosi’ superficiale, esprimendo una valutazione morale francamente inopportuna”.

Immediato anche l’affondo di coordinatore del Pdl Sandro Bondi che dice: “Le dichiarazioni del senatore Zanda sono gravi e stupefacenti, non solo nel merito, ma anche perché confermano che da parte del Pd, per bocca del presidente del gruppo senatoriale, non vi è la volontà di perseguire una pacificazione bensì di alimentare ulteriormente uno scontro politico acceso fino a limiti finora mai superati, nel mentre dovremmo collaborare intensamente e con reciproco rispetto per sostenere un governo nel pieno di una drammatica crisi economica”.

Zanda poi sul tema delle riforme ha sottolineato che le intercettazioni ”vanno certamente mantenute” in quanto ”strumento essenziale per le indagini” e che ”una modifica della legge che oggi le regolamenta non fa parte del programma di governo”. Quel che va sanzionato, aggiunge, ”è la loro diffusione impropria”.

Inoltre, ha proseguito Zanda, ”i membri del governo non devono scendere in piazza contro la magistratura dimenticandosi della divisione dei poteri. Ma anche la magistratura deve avviare una riflessione profonda”. Zanda auspica che sia chiesto alla politica in primis di non violare la legge: ”Sto pensando a Roberto Formigoni”, eletto alla Commissione anche ”con il nostro voto”. ”Poichè dopo essere stato eletto è arrivata però una richiesta di rinvio a giudizio con due imputazioni gravi”, ”penso che dovrebbe prenderne atto e, responsabilmente, rinunciare alla presidenza della commissione”.

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