Luigi Zanda: “Ora il Pd ha più peso: meno rigore, più sviluppo”

Luigi Zanda
Luigi Zanda

ROMA – Il Pd, con l’uscita di Forza Italia dalla maggioranza, ha più peso nel governo. Ora i democratici devono dare impulso all’economia, chiedendo all’Europa che riduca le politiche di rigore. E’ quello che dice Luigi Zanda, capogruppo Pd al Senato, nel giorno in cui il Parlamento ha votato la fiducia a Enrico Letta. Per Zanda è necessario:

“registrare un mutamento soprattutto politico della maggioranza. Dal Pdl sono nati due nuovi gruppi. Per ragioni legate al destino parlamentare del suo padre-padrone, dopo soli sette mesi, Forza Italia non ha solo deciso di opporsi al Governo. Le strizzate d’occhio non alla protesta legittima, ma a chi si muove per distruggere, la dicono lunga sulla nuova strategia di questa destra-destra italiana. Di fronte a una scelta così lontana dall’interesse nazionale, il Nuovo Centrodestra ha deciso di continuare a sostenere il governo. Questo processo ha molto dilatato le responsabilità del Pd che sempre più, per peso parlamentare, assume un ruolo centrale nella maggioranza di governo. Questo nostro impegno civile e politico ha prodotto nelle scorse settimane numerose violenze squadriste nei confronti di tante nostre sedi, sezioni, circoli. Il nostro partito viene da storie e culture che hanno fatto crescere l’Italia. Ascoltiamo chi rappresenta pacificamente le sue ragioni, ma non abbiamo mai ceduto alla violenza, né verbale né fisica. Grazie di cuore alle forze di polizia. In questi giorni hanno difeso la legalità e rifiutato le incitazioni eversive che ha rivolto loro il leader del Movimento 5 Stelle”.

“I senatori del Partito Democratico rinnovano la fiducia al governo Letta nella convinzione che da qui alla primavera del 2015 il suo governo possa dare risposte efficaci alla crisi”. Il primo obiettivo dev’essere quello di cercare una larga condivisione europea sulle politiche di sviluppo. L’Italia ha rispettato i suoi impegni ed ora ha il diritto di chiedere che venga allentato quello che è stato definito il ‘dogma rigorista’. L’Italia deve porre con forza il grande tema del governo europeo dell’economia.

“Perché solo mettendo insieme e componendo i diversi interessi troveremo la soluzione che ci serve. Dobbiamo tenere i conti in ordine come chiede la Germania. Ma dobbiamo anche ottenere quelle politiche di crescita di cui hanno assoluto bisogno i paesi in difficoltà a cominciare dall’Italia”.

Zanda si sofferma quindi sulla necessità di portare avanti le riforme:

“Prima tra tutte la riduzione del numero dei parlamentari e la fine del bicameralismo perfetto, l’urgenza è assoluta. Sulla riduzione del numero dei parlamentari c’è un largo consenso. La riqualificazione del ruolo, del mandato e della composizione del Senato è una necessità altrettanto pressante alla quale collaboreranno in prima linea tutti i senatori del Pd. Ma sappiamo che non basta. Il rinnovamento delle istituzioni non sarà completo senza nuove norme sui partiti e sulla loro democrazia interna, senza regole serie sui conflitti di interesse, sul voto di scambio, senza nuovi regolamenti parlamentari e, soprattutto, senza una nuova legge elettorale che della democrazia è l’asse portante”. Zanda inserisce infine nelle priorità “una richiesta” precisa: “Destinare una quota equa delle nostre risorse alla ricerca scientifica, alla scuola e alla cultura è, certamente, la scelta più lungimirante che un Parlamento e un Governo democratici possano fare”.

“Sulla legge elettorale conosciamo le difficoltà politiche che, nonostante la fatica di chi ci ha lavorato, hanno sinora impedito al Senato di giungere ad una soluzione ampiamente condivisa. Il seguito dell’iter verrà stabilito dalle Presidenze di Camera e Senato, con l’unico obiettivo di arrivare subito a un nuovo testo che garantisca rappresentatività e governabilità. La coerenza con i risultati del referendum del ’93 e le proposte elettorali del Pd ci spingono a chiedere un sistema maggioritario che porti al bipolarismo e garantisca all’Italia un governo in grado di governare. Per questo obiettivo non è importante che la legge venga esaminata prima alla Camera o al Senato. Serve un accordo nei due rami del Parlamento, visto che nel nostro ordinamento l’approvazione in una sola Camera non basta”.

 

Gestione cookie