Inchiesta Grandi Eventi. “Lunardi e Sepe si pigliano le cose e poi non si interessano”: le intercettazioni che tirano in ballo l’ex ministro

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Pietro Lunardi

L’ex ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi sarà presto interrogato dai magistrati di Perugia che stanno indagando sull’inchiesta Grandi Eventi. Al centro dell’attenzione degli inquirenti c’è la casa di via dei Perfetti a Roma che Lunardi acquistò da Propaganda Fide al vantaggioso prezzo di 4,16 milioni di euro. Ma il nome dell’ex ministro compare in molte altre intercettazioni che sono registrate nelle carte dell’inchiesta. In un articolo pubblicato da Repubblica Francesco Viviano ricostruisce tutti i casi in cui sarebbe stato tirato in ballo l’ex ministro delle Infrastrutture.

Nomina di Balducci.

Lunardi avrebbe convinto Altero Matteoli (suo successore al ministero delle Infrastutture) a nominare Angelo Balducci (uno degli esponenti di spicco della “cricca”) presidente del Consiglio Superiore per le Opere Pubbliche. Lo avrebbe rivelato Mario Sancetta (capo dell’ufficio legislativo di Lunardi nonché presidente di sezione della Corte dei Conti di Roma) durante una telefonata con Antonio Di Nardo (funzionario del ministero).

Appalti in Sardegna.

Al telefono c’erano ancora Sancetta e Di Nardo: in ballo c’era l’assegnazione di alcuni lavori connessi al G8 che si sarebbe dovuto svolgere alla Maddalena (e che fu poi spostato a L’Aquila). A Di Nardo interessava che il consorzio Stabile Novus vincesse gli appalti stradali. Sancetta lo rassicurò dicendo che Lunardi gli avrebbe assicurato “otto lotti in Sardegna”. Tuttavia lo stesso Sancetta nutriva dubbi sul ruolo che avrebbero avuto in questa faccenda “Denis, Pietro e Angelo”. Per i magistrati perugini si tratterebbe di un riferimento inequivocabile a Denis Verdini (deputato e coordinatore nazionale del Pdl), Pietro Lunardi e Diego Anemone. Di Nardo rispose: “Ma basta che va in porto…insomma com’è…va benissimo…presidente non ci importa, basta che si fa”.

Teatro di Firenze.

Sancetta esprimeva il timore che Balducci non lo aiutasse in questi appalti. Il timore derivava da un precedente, perché in precedenza il Provveditore ai Lavori Pubblici non aveva fatto vincere la gara dei lavori per il Nuovo Teatro di Firenze: “Speriamo non si comporti come l’altra volta”. Tuttavia Sancetta disse di essere stato rassicurato in tal senso da Lunardi: “Pietro gli ha detto a Angelo…guarda che Mario mi sollecita ste cose”.

Appalti Impregilo.

Sancetta avrebbe chiesto a Lunardi anche di favorire la ditta Impregilo in altre occasioni: durante altre telefonate intercettate, Sancetta fece riferimento ad un favore fatto a Lunardi in veste di presidente di sezione della Corte dei Conti. Ma Sancetta temeva che Lunardi non volesse ricambiare: “Con Lunardi c’abbiamo ancora una cosa in sospeso”.

Lunardi e il cardinale Sepe.

Secondo Sancetta sia Lunardi che il cardinale Sepe non si sarebbe impegnato più di tanto per soddisfare alcune richieste che gli sarebbero state avanzate: “Quindi diciamo non so come vederla perché questo non è che sia molto conclusivo ‘sto Cardinale … ora devo vedere la prossima settimana a coso … Lunardi … anche lui … perché lui mi ha obbligato … ma la gente però si piglia le cose degli altri e non gli fa niente … guardi quella è una cosa indegna”.

Lunardi e Fathi.

L’ex ministro è stato citato anche dal tunisino Fathi, l’ex factotum di Anemone e Balducci che disse che Lunardi aveva rapporti frequenti con i due. In particolare il tunisino affermò, quando fu interrogato, di aver consegnato alla figlia di Lunardi due buste per conto di Anemone. I giudici stanno indagando su alcuni lavori che l’impresa di Anemone realizzò nella villa di Lunardi vicino Parma.

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