Lunedì il napoletano Alfonso Quaranta nuovo presidente della Corte costituzionale

ROMA- Lunedì 6 giugno, la Corte
Costituzionale eleggerà il suo nuovo presidente, il 35/mo della
storia di Palazzo della Consulta.
Salvo colpi di scena
dell'ultima ora, a succedere a Ugo de Siervo, il cui mandato è
scaduto il 29 aprile, non sara' pero' il giudice piu'
anziano in carica, come vorrebbe una consuetudine che tuttavia
gia' in passato ha conosciuto le sue eccezioni.
Paolo Maddalena,
che in quest'ultimo mese ha temporaneamente esercitato la
funzione di presidente in attesa della nomina parlamentare del
giudice che andra' al posto di De Siervo, ha infatti rinunciato
alla corsa per lo scranno piu' alto della Corte e ha pertanto
spianato la strada all'altro candidato forte, Alfonso Quaranta,
piu' gradito al centrodestra, che gia' lo scorso dicembre aveva
fatto traballare per un voto l'elezione di De Siervo.
Proveniente dalla Corte dei Conti e ritenuto piu' vicino ad
un'area cattolica e di sinistra, Maddalena ha formalizzato il
suo passo indietro inviando nei giorni scorsi una lettera agli
altri colleghi giudici con il dichiarato scopo di evitare
''imbarazzi'' e di rasserenare il clima.
A pesare non poco in
questi mesi, a palazzo della Consulta, sono state le
innumerevoli accuse sul presunto schieramento a sinistra della
stragrande maggioranza dei giudici costituzionali mosse dal
premier Berlusconi all'indomani della bocciatura di leggi come
il lodo Schifani, il lodo Alfano e il legittimo impedimento in
grado di tenerlo lontano dalle aule di giustizia.
Il criterio dell'anzianita' di carica, da molti ritenuto una garanzia di
collegialita', sembra dunque destinato ad essere scardinato:
Quaranta, 75 anni, napoletano, consigliere di Stato piu' volte
capo dell'ufficio legislativo e di gabinetto dell'ex dc Remo
Gaspari in diversi governi della prima Repubblica, dovrebbe
farcela superando anche Alfio Finocchiaro, altro giudice piu'
anziano di carica.
Ma sia Maddalena sia Finocchiaro sarebbero
state considerate candidature troppo deboli e di troppo breve
durata: il primo lascera' la Corte il prossimo 30 luglio, il
secondo il 5 dicembre. Il che avrebbe significato avere quattro
presidenze in un solo anno, se si conteggia anche quella di De
Siervo. Quaranta restera' invece il 27 gennaio del 2013.
Presidenze brevi non sono mancate nella storia della
Consulta: Vincenzo Caianiello per soli 48 giorni, Giuliano
Vassalli e Giovanni Conso per tre mesi.
Se Quaranta ce la fara', durante la sua presidenza
dovranno essere gestite altre questioni assai spinose da
affrontare: il prossimo 6 luglio tocca all'ammissibilita' del
conflitto tra Camera e magistratura di Milano sul 'caso Ruby'
per il quale Berlusconi e' imputato di prostituzione minorile e
di concussione; il 5 ottobre sara' invece la volta del conflitto
sul caso Mediatrade sollevato da Palazzo Chigi contro i giudici
di Milano che stanno processando il premier per frode fiscale.
Per non parlare poi di decisioni delicate come quella sulla
fecondazione assistita su cui i giudici dell'Alta Corte saranno
chiamati ad esprimersi il prossimo 20 settembre.
Resta da vedere con quante preferenze Quaranta potra'
farcela. Anche perche', nella saletta pompeiana dove lunedi',
alle 10, si terra' l'elezione, a votare saranno 14 giudici e non
il plenum di 15. Il Parlamento, infatti, non ha ancora
provveduto a nominare il successore di De Siervo (votato nel
2002 su indicazione del centrosinistra). Inoltre, non e' detto
che il giudice Maria Rita Saulle, per motivi di salute, potra'
essere presente alla votazione. In tal caso la scelta sara'
compiuta da 13 giudici costituzionali.

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