ROMA – M5S: 13 scissionisti fanno già gruppo al Senato. Civati sogna di rottamare Ncd. 4 espulsi dell’ultima ora, 4 fuoriusciti accasati nel Gruppo misto, 5 dimissionari: ora che sono in 13, i 5 Stelle fuori linea, praticamente epurati, sono in grado di formare un gruppo autonomo al Senato. Dove i giochi delle scomposizioni possono potenzialmente offrire scenari inediti anche per nuove maggioranze: nessuno di loro voterebbe la fiducia a Matteo Renzi oggi, ma in prospettiva, insieme a un manipolo di civatiani che sognano di sostituire l’Ncd di Alfano, i 7 di Sel che già lavorano a stretto contatto con i grillini del gruppo Misto, potrebbero raggiungere quota 23 senatori, giusto il numero degli alfaniani. E, a quel punto, ma sembra più una proiezione del desiderio che una opportunità percorribile, far cambiare volto alla maggioranza che sostiene Renzi.
La suggestione nasce dalla velocità con la quale la slavina 5 Stelle sta crescendo. “Non è finita” giura Lorenzo Battista: c’è un’area di scontenti, di perplessi (Francesco Molinari, Elena Fattori e Roberto Cotti hanno dovuto confermare che restano nel Movimento) che non ne può più dei metodi di Grillo e Casaleggio. Il braccio e la mente del Movimento (non si capisce chi armi chi tra i due): in particolare il sistema di voto online di Casaleggio è pesantemente messo in discussione, più d’uno chiede un sistema di voto terzo, si temono manipolazioni.
Sullo sfondo il voto delle europee. Beppe Grillo avrebbe già iniziato le pulizie di Pasqua in vista delle elezioni di maggio: “Mi dispiace, ma è una cosa che andava fatta in vista delle Europee. Non possiamo permetterci errori” confida Grillo a una senatrice che chiede spiegazioni. Il rischio scissione è già messo in conto: Nicola Morra, un fedelissimo, in fondo non è così sorpreso: “Una ferita si è aperta ai tempi dell’elezione di Grasso e mai è stata suturata”. Il dissenso, in vista delle elezioni, è un lusso che Grillo non può concedersi. Forse per questo ha accelerato i tempi, forzato la mano agli iscritti, armato il web.
Degli scissionisti, accusati prima di lesa maestà poi di pensare solo alla grana, si teme anche l’eventualità che procedano anche a strutturarsi sul territorio: Riccardo Nuti ha chiesto a muso duro a Francesco Campanella se fosse vero che è stato depositato il simbolo Movimenti attivisti liberi. “Macchina del fango” è la risposta, quei simboli sono spazzatura digitale creata ad arte per screditarli. Tanto basta poco. Nello screenshot di Facebook che dimostra il presunto tradimento, Campanella parla, scherzando, di Movimento 6 Stelle. Il logo è un tarocco di un suo amico: “Basta questo per lanciare la macchina del fango?”, si chiede il senatore espulso.
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