M5s abbandonato: 6 elettori su 10 in fuga da Beppe Grillo

Pubblicato il 29 Maggio 2013 - 09:59 OLTRE 6 MESI FA
Beppe Grillo

Beppe Grillo (foto LaPresse)

ROMA – I numeri sono impietosi: in tre mesi esatti Il Movimento 5 Stelle ha polverizzato quasi il 60% dei suoi voti. A voler essere precisi, secondo i calcoli di Riccardo Mannheimer che all’analisi dedica un lungo pezzo sul Corriere della Sera, il 58,2%.

La fuga da Grillo c’è stata un po’ ovunque ma soprattutto nei grandi centri. A Roma M5s ha perso il 14,5%. Ma ancora peggio è andata in altri centri: a Viterbo (-25,6%), Imperia (-25,1%) e Barletta (-22,7%). La debacle più forte, secondo i dati di Mannheimer, è al sud e nelle isole:

Considerando i 16 capoluoghi di provincia in cui si è votato, l’M5S è passato dal 26,3% all’11%, con un calo di ben il 15,3%. In questo modo, Grillo ha perso ben il 58,2% dei voti che aveva raccolto solo tre mesi fa. Il decremento si è manifestato con maggiore intensità al Sud e in Sardegna, ove Grillo ha perso quasi il 23%. Nelle altre zone del Paese, il calo è stato di dimensioni un po’ inferiori, ma altrettanto significativo: 12,4% al Nord Ovest, 16% al Nord Est e 14,8% al Centro. Di maggiore entità sono le perdite avvenute a Viterbo (-25,6%), Imperia (-25,1%) e Barletta (-22,7%). Ma anche nella stessa Roma, il comune maggiore in cui si è votato, l’M5S ha perduto il 14,5%.

Il cuore della sconfitta di Grillo sta nell’incapacità di mantenere i suoi voti. I numeri di Roma sono chiari: mentre Pd e Pdl sono stati in grado di tenersi una buona parte dei loro elettori storici lo stesso non si può dire del Movimento 5 Stelle:

L’analisi dei flussi elettorali a Roma ci può dare al riguardo indicazioni utili. Si rileva anzitutto per l’M5S un tasso di riconferma assai modesto, se confrontato a quello degli altri partiti. Solo poco più di un quarto (26%) di quanti avevano optato per il M5S a febbraio hanno ripetuto il loro voto. I tassi di riconferma sono stati superiori nel caso di altri partiti. Il 51% dei votanti per il Pd a febbraio ha scelto nuovamente il partito di Epifani. E il 43% dei votanti per il Pdl alle politiche ha confermato la sua opzione per il partito (ma un ulteriore 17% ha votato comunque un’altra forza politica che sosteneva Alemanno).

Ma dove sono andati questi voti? In una percentuale minore si sono spalmati tra Pd e Pdl. Ma la maggior parte dei grillini delle politiche ha scelto di restarsene a casa. Opzione che molti avevano praticato prima delle politiche. Insomma, secondo l’analisi di Mannheimer, l’elettore medio deluso da M5s non ripiega sui partiti “tradizionali” ma ritorna nella zona grigia dell’astensione.

Scrive il Corriere:

 I quasi tre elettori su quattro che hanno abbandonato l’M5S si sono diretti in misura abbastanza omogenea verso le altre forze presenti nella competizione, chi con Marino, chi con Alemanno, chi con Marchini. Ma la netta maggioranza (40%) ha deciso di rifugiarsi nell’astensione. Per molti non si trattava di una novità. Infatti, come si è sottolineato a suo tempo, buona parte del voto alle politiche del M5S proveniva da quanti, in precedenza, avevano preferito disertare le urne. E, non a caso, quasi un quarto (26%) dei votanti attuali per l’M5S si era astenuto nelle consultazioni precedenti.