ROMA – Beppe Grillo accusa i deputati del Movimento 5 stelle Massimo Artini e Paola Pinna di non restituire lo stipendio, propone un sondaggio sul blog per chiederne l’espulsione ma Pinna replica pubblicando online i bonifici fatti.
Sul suo blog il comico genovese accusa i due parlamentari di non aver rispettato il regolamento dei Cinque stelle in cui si impone a deputati e senatori di restituire parte della diaria e delle eccedenze dello stipendio parlamentari.
Scrive Grillo: “Chi non restituisce parte del proprio stipendio come tutti gli altri, non solo viola il codice di comportamento dei cittadini parlamentari M5S, ma impedisce a giovani disoccupati di avere ulteriori opportunità di lavoro oltre a tradire un patto con gli elettori”, e poi lancia il sondaggio agli internauti: “Quindi valuta: Sei d’accordo che Pinna e Artini NON possano rimanere nel Movimento 5 Stelle? Vota ora!”
Nel lungo post vengono lanciate delle specifiche accuse: “E’ inaccettabile che la cittadina deputata Paola Pinna non faccia bonifici sul fondo per il microcredito da quasi un anno al contrario di tutti gli altri parlamentari che hanno restituito una media di 50.000 euro a testa. Massimo Artini invece da gennaio ha applicato un sistema di rendicontazione personale dove, mancano all’appello 7.000 euro. Nonostante i solleciti del capogruppo e dello staff ad attenersi alle regole, come potete verificare , il cittadino deputato Artini continua a non utilizzare il portale online per le rendicontazioni e quindi a non restituire i rimborsi spese”.
Poco dopo la pubblicazione del post è arrivata la replica di Paola Pinna, con tanto di foto dei bonifici per le emergenze alluvioni del 2013 (QUI SOTTO): “Quanto apparso poco fa sul blog di Grillo è falso. Per non parlare di quella che è una vera e propria sospensione dello stato di diritto. Il sondaggio sull’espulsione è una violazione delle regole perché non passa dall’assemblea, perché si danno informazioni false e perché c’è solo una versione. Non è vero che mi son tenuta i soldi ma ho versato la parte prevista a Fondo di garanzia per le Pmi e Caritas”.