ROMA – Vietato incontrare Daniela Santanchè, ma anche Antonio Razzi o Antonio Azzollini. Nessuna “fatwa” ma, nei fatti, una totale indisponibilità degli esponenti del Movimento 5 Stelle a condividere la loro presenza in tv con personaggi che non vengono ritenuti “interlocutori” esiste. Non è una vera e propria “black list” ma una strategia che punta a declinare i ‘salotti’ televisivi o le trasmissioni a cui partecipano personaggi invisi, per una ragione o un’altra, al M5s. “Il nostro unico obiettivo è evitare pollai televisivi” spiega un esponente del Movimento che evidentemente ha fatto tesoro della vecchia regola base del M5s. Ma la ‘lista’ dei personaggi politici che gli esponenti 5 Stelle evitano di incontrare è un dato di fatto anche se il numero è sostanzialmente esiguo.
Tra i nomi c’è anche quello del deputato Pd, ex Scelta civica, Andrea Romano che proprio ieri ha lamentato la sua esclusione dai confronti con il M5s. In cima a tutti, però, spicca Daniela Santanchè per i suoi modi forse un po’ troppo aggressivi. I 5 Stelle si tengono però alla larga anche quando negli studi c’è Denis Verdini e non gradiscono neppure incontrare Antonio Razzi e Domenico Scilipoti. A quanto si apprende cercando di fare il punto sugli interlocutori più invisi dai 5 Stelle, spuntano poi i nomi il terzetto Vincenzo D’Anna, Lucio Barani e Antonio Azzollini con i quali sono forse già sufficienti le quasi-risse già scoppiate tra i banchi parlamentari.
Nel frattempo continua la battaglia tra i grillini e il governo Renzi:
“Ad oggi non abbiamo ancora sentito una parola da parte della Presidenza del Consiglio che faccia chiarezza sull’imbarazzante vicenda della delegazione dei funzionari italiani in Arabia Saudita, che si sono accapigliati per degli orologi di lusso ricevuti in dono. Ci aspettiamo che il Presidente del Consiglio riveli l’effettivo valore dell’omaggio offerto da Riad e, soprattutto, che dica chiaramente se intende restituire questi orologi o destinarli a qualche forma di azione umanitaria, così come prevede il Regolamento sul codice di comportamento dei dipendenti pubblici”. A chiederlo è il Movimento 5 Stelle, che sulla vicenda ha presentato due interrogazioni alla Camera e al Senato, a prima firma rispettivamente Giorgio Sorial e Marco Scibona.
“Renzi ha il dovere di fare chiarezza anche sulle ipotesi di stampa circolate in questi giorni – chiede Sorial nella sua interrogazione – secondo cui il premier nasconderebbe numerosi regali di Stato, ovvero doni di lusso probabilmente ricevuti in seguito alle diverse visite e missioni effettuate all’estero, che il Premier non avrebbe consegnato a Palazzo Chigi così come impone il Regolamento. Ipotesi che, se confermate, gettano discredito sulla figura del capo del governo e sulla sua squadra”.
“In ballo c’è anche la credibilità della nostra politica internazionale. La vicenda avvenuta a Riad – scrive Scibona – getta un’ombra oscura sull’autonomia del governo italiano e sulla condotta dei singoli componenti della delegazione italiana in Arabia saudita, e sconcerta ancora di più alla luce del fatto che in ballo ci siano dei doni che arrivano da un Paese sprezzante dei diritti umani e delle più elementari norme di democrazia. Per questo chiediamo che vengano resi noti i nomi della delegazione italiana che ha seguito Renzi a Riad e che i responsabili dell’imbarazzante rissa vengano sanzionati”.