M5S apre alla trattativa: “Napolitano faccia nome”. Poi richiude: Incarico a noi

ROMA – Si faccia da parte Pier Luigi Bersani e poi, forse, se ne parla. Il Movimento 5 Stelle, per la prima volta, sembra aprire  alla possibilità di una trattativa. Dura pochi minuti ma danno la sensazione di qualcosa che si incrina. Per un attimo sembra che il capogruppo Vito Crimi chieda  a Giorgio Napolitano di fare un altro nome, diverso da quello del leader del Pd, a Giorgio Napolitano. Un nome su cui, eventualmente, sedersi e parlare.

Ma l’apertura, inattesa, Crimi se la rimangia su Facebook pochi minuti dopo:

Leggo da alcune agenzie e da alcune testate online che avrei subordinato la trattativa per la formazione di un nuovo Governo all’esclusione di Bersani. Preciso che l’affermazione “Se Napolitano fa un altro nome è tutta un’altra storia” è stata estrapolata dopo la consueta raffica di domande a cascata dei giornalisti, e si deve intendere nel senso di “tutto un altro percorso istituzionale”. Se il Presidente Napolitano non dovesse infatti assegnare a Bersani l’incarico di formare un nuovo Governo, il percorso delle consultazioni riprenderebbe il suo iter, nel quale – come già puntualizzato – il Movimento Cinque Stelle si assumerà la sua responsabilità politica, proponendosi direttamente per l’incarico di formare una squadra composta da nominativi nuovi, in grado di avere il sostegno della maggioranza e dunque la possibilità e l’onore di proporsi per la guida del Paese.

L’apertura, inattesa, era arrivata nel pomeriggio del 27 marzo, proprio nella giornata che di fatto segna il naufragio previsto del tentativo di Bersani con i grillini. Il leader del Pd ha esposto il suo programma ma si è trovato di fronte a un muro e poi ha anche dovuto digerire l’insulto di Beppe Grillo, che ha parlato di partiti “puttanieri”.

E invece, proprio nel momento dello scontro, arriva forse un segnale nuovo. E arriva per bocca del capogruppo di M5s al Senato Vito Crimi: ”Se Napolitano fa un altro nome è tutta un’altra storia”. Che quindi fa un primo possibile identikit: ci vuole un nome estraneo ai partiti ”è bene che il Pd non lo faccia, altrimenti lo brucia. Non voteremo mai – dice- un governo targato Pd anche se guidato da una persona terza”.

I Cinque Stelle sono usciti dall’incontro con il segretario democratico e hanno quindi ribadito il loro “no”. Nessuna fiducia al governo Bersani, né alla Camera né al Senato. E’ la risposta, forte e chiara, dei capigruppo del Movimento 5 Stelle alla richiesta del premier incaricato di “prendersi un pezzetto di responsabilità” e permettere la partenza di un esecutivo, di cui il Paese ha fortemente bisogno.

Un no ampiamente annunciato, votato all’unanimità in assemblea, e ribadito da Roberta Lombardi e Vito Crimi a Bersani durante le consultazioni, trasmesse in diretta streaming, come chiesto e ottenuto dai grillini.

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