M5s, Di Maio a Salvini: “Ok premier terzo, ma niente Berlusconi né governo del presidente”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Maggio 2018 - 16:06 OLTRE 6 MESI FA
Di Maio a Salvini: governo con premier terzo, no Berlusconi e presidente

M5s, Di Maio a Salvini: “Ok premier terzo, ma niente Berlusconi né governo del presidente”

ROMA – Un premier terzo scelto insieme a Matteo Salvini è la risposta di Luigi Di Maio, leader di M5s, alla creazione di questo governo. A oltre due mesi dalle elezioni, l’Italia rimane sospesa e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sembra pronto a dare l’incarico ad un nuovo governo di tecnici “popolari”, ma Di Maio non ci sta: “Niente governi con Berlusconi, né del presidente”. E riapre una porta a Salvini, dicendosi pronto a fare un passo indietro dalla poltrona da premier.

Il leader di M5s è stato intervistato dal programma 1/2h in più e ha commentato così la situazione di stallo politico che dopo giri e giri di consultazioni al Quirinale vede ancora l’Italia senza un governo: “Se il punto è realizzare cose per gli italiani, fare un programma, e quell’ostacolo è Luigi D Maio premier come ho detto scegliamo insieme un presidente del consiglio che non sia io. Se l’obiettivo come abbiamo sempre detto è quello di realizzare i fatti allora io sono sicuro che con chi ha a cuore la gente allora una soluzione la dobbiamo trovare, soprattutto se il rischio è che arrivi un altro algido governo tecnico che non avrebbe connessione con il Paese”.

La sua condizione per un passo indietro però è che che il presidente del consiglio dei ministri “realizzi il reddito di cittadinanza, tolga la Fornero e faccia una legge anticorruzione”: “Io faccio un passo indietro, Salvini fa un passo indietro, ma c’è un altro che deve fare un passo indietro”, riferendosi alle ingerenze di Berlusconi: “La mia persona rappresentava un argine a non mollare il presidente consiglio dei ministri a tutto il centrodestra, anche a persone che non eravamo disposti a mettere nella compagine di governo come Berlusconi. Il dialogo non è andato avanti perché c’è il tema del centrodestra”.

Nel caso di un nuovo governo tecnico, M5s non lo sosterrà, tuona ancora Di Maio che sottolinea come davanti ad una chiusura definitiva del centrodestra, il movimento spingerà per tornare al voto già a luglio: “Non si tratta di mettersi contro Mattarella: credo che il Quirinale sappia che il Movimento dal primo giorno sia stato lineare nel raccontare la propria linea e dal primo giorno il Quirinale sa che non saremmo stati disponibili a governi tecnici di scopo, come saremmo indisponibili a qualsiasi governo che non abbia una connessione col Paese. Se non è possibile fare un governo politico torniamo al voto. Non possiamo votare la fiducia a un governo del presidente”.

E ha aggiunto di capire Mattarella: “Ho incontrato Mattarella come primo atto dopo la mia nomina. Noi nel presidente ci riconosciamo come figura di garanzia e se oggi è stato messo nelle condizioni di dover ricorrere a un governo del presidente è perché le forze politiche non si sono messe d’accordo”.

E rilancia l’idea di tornare al voto: “Si può votare a fine giugno o inizio luglio se si vuole, ma lo dico non perché sia la mia speranza ma perché resta l’unica alternativa, se salta qualsiasi accordo, ridare la parola ai cittadini con il ballottaggio tra le due forze che hanno vinto”.

Non manca poi una domanda sulle dichiarazioni di Beppe Grillo, fondatore di M5s e ora suo garante, che ripropone un referendum sull’Euro: “Chi lo conosce sa che Beppe Grillo è uno spirito libero: la linea sull’Euro e sull’Europa è andare al governo e cambiare i trattati. Se il M5s viene escluso dal governo e messo in disparte, è chiaro che si presentano alcune istanze con altri strumenti di democrazia diretta o iperdiretta. Se la democrazia rappresentativa fallisce dicendo al M5s di andare fuori dovremo inventarci qualche altra cosa e continueremo a chiedere strumenti di democrazia diretta”.

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