CAGLIARI – Niente da fare, il Movimento Cinque Stelle rinuncia alla corsa per le elezioni regionali in Sardegna del prossimo 16 febbraio. Beppe Grillo non ci sta a rischiare un altro flop dopo gli ultimi disastrosi risultati amministrativi in Trentino Alto Adige e Basilicata, nonostante il suo movimento sia risultato primo partito in Sardegna alle politiche di febbraio con un cospicuo 29,7%. Grillo è determinato a non concedere l’uso del suo simbolo e non si commuove neppure dinanzi allo sciopero della fame di alcuni meetup sardi.
Né tantomeno è servito l’intervento di due parlamentari, la deputata Emanuela Corda e la senatrice Manuela Serra, non la riunione fiume a Riola Sardo, Oristano, non i tanti messaggi di supporto dei militanti che sui canali social del M5s chiedono il superamento dell’impasse. Grillo, dopo mesi di discussioni e divisioni interne, ha detto no, non rischierà un altro flop a ridosso delle Europee.
Nei mesi scorsi, in Sardegna è scoppiato un putiferio per la composizione delle liste e la scelta del candidato governatore, con gli attivisti divisi e organizzati in due forum che però sarebbero stati proibiti da Grillo e dai vertici del M5S, i quali volevano che le votazioni per le regionali sarde, come qualsiasi altra proposta, venissero votate sul sito del M5S. Poi domenica si era finalmente aperto uno spiraglio, con la mediazione di tre parlamentari isolani (Emanuela Corda, Manuela Serra e Roberto Cotti) che tentavano un compromesso, una lista unica circolata in Rete sulle pagine Facebook dei gruppi sardi, di sessanta nomi. Ma la tregua è stata declinata e respinta al mittente dal leader.
E’ stata la stessa deputata Corda a dare l’annuncio sul suo profilo Facebook:
“Quando avremo un metodo definito e regole certe condivise, arriverà il nostro momento – ha spiegato – Ringrazio in particolar modo la mia collega senatrice Manuela Serra e tutti voi che ci avete creduto fino ad oggi e avrete voglia di crederci ancora”.
Secondo Corda, in Sardegna, dove il Movimento è apparso spaccato, ci sono
“ancora troppo livore, troppa incoscienza, troppo protagonismo nell’esternare ai quattro venti, un malessere che è figlio primariamente delle nostre stesse debolezze e delle nostre fragilità. Malessere che meriterebbe un approfondimento e un’elaborazione prima d’essere consegnato in pasto ai lupi con sconsiderata leggerezza, come tanti hanno fatto in questi mesi sugli spazi pubblici dei social. Temo che alcuni abbiano scambiato il Movimento per uno sfogatoio dove poter fare il proprio comodo, senza curarsi del fatto che in certi contesti, occorra rispettare delle elementari regole di buona educazione”.
Ma la decisione non è stata gradita e c’è chi solleva dubbi e accuse: una scelta egoista e ponderata quella di Grillo che ha preferito evitare test locali prima del voto di maggio per le Europee.
Scrive polemica la deputata Paola Pinna:
“La Sardegna non era pronta? E chi mai è stato pronto? Sarebbe bastato poco per esaudire le richieste d’aiuto di vari attivisti e parlamentari. O non interessa la Sardegna, come non è mai interessata a nessuno se non per trascorrerci le vacanze, o è il periodo che è poco indicato (Europee in vista)”.
Per l’ex capogruppo al Senato, Vito Crimi, invece si è trattato di
“una scelta sofferta per far comprendere che dove ci sono divisioni e fratture non si va da nessuna parte. Il ruolo di garante serve a tutelare l’intero Movimento da eventuali spaccature”.
Roberto Cotti rilancia
“Dato che voi non vi presentate perché non appoggiare la candidatura di tale lista o di tale persona?” Non sprecate tempo e telefonate”.
Intanto però una misteriosa lista “Nuovo Movimento Sardegna” è apparsa in lizza: il simbolo con cinque asterischi richiama fortemente quello dei Cinque Stelle e in rete c’è già chi sospetta il gesto azzardato di qualche attivista ribelle.
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