ROMA – ”La democrazia diretta, resa possibile dalla Rete, non è relativa soltanto alle consultazioni popolari, ma a una nuova centralità del cittadino nella società. Le organizzazioni politiche e sociali attuali saranno destrutturate, alcune scompariranno. La democrazia rappresentativa, per delega, perderà significato. E’ una rivoluzione prima culturale che tecnologica, per questo, spesso, non viene capita o viene banalizzata”. Lo afferma Gianroberto Casaleggio, “ideologo” del Movimento Cinque Stelle in una lunga intervista al Corriere della Sera a proposito del concetto di democrazia.
Parlando di quella diretta e dell’ipotesi che possa sostituire il Parlamento, il co-fondatore M5s risponde: ”E’ più corretto dire che ne muta la natura, gli eletti devono comportarsi da portavoce, il loro compito è sviluppare il programma elettorale e mantenere gli impegni presi con chi li ha votati. Ogni collegio elettorale – aggiunge – dovrebbe essere in grado di sfiduciare e quindi di far dimettere il parlamentare che si sottrae ai suoi obblighi in ogni momento attraverso referendum locali”.
Quanto ai cambiamenti in Parlamento da quando ha fatto il suo ingresso il Movimento Cinque Stelle, Casaleggio osserva: ”Tutto quello che è successo, compresa la chiusura a riccio del Sistema per mantenere lo status quo e l’inesperienza dei neoparlamentari, era prevedibile, tranne l’attacco mediatico senza precedenti per l’Italia repubblicana, spaventoso, verso un nuovo movimento politico da parte dei giornali e delle televisioni. Nel medio-lungo termine sono comunque convinto che i movimenti prevarranno sui partiti, questo vale per il M5S ma anche per nuove formazioni che oggi non sono ancora visibili in Italia”.
Che cosa l’ha spinta a interessarsi di politica e del bene comune dei cittadini? ”L’indignazione – risponde – per lo stato del Paese e la convinzione che un cambiamento era possibile grazie alla Rete”.
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