ROMA – Il M5s presenterà giovedì 30 gennaio la richiesta per avviare la procedura di messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Si tratta, spiega l’agenzia Ansa citando ambienti del M5s, di un atto che ad avviso del Movimento dovrebbe istruire il complesso procedimento previsto dall’articolo 90 della Costituzione.
Il passaggio, a lungo annunciato, segue di poco più di 24 ore la polemica nata dal caso Sorial. Il deputato M5s, il 28 gennaio, ha dato del “boia” a Napolitano.
Il giorno successivo, sul suo blog, Beppe Grillo ha invitato i lettori a votare l’atto “più grave di Napolitano”. Il tutto mentre la procura di Roma ha aperto un’inchiesta su Sorial ipotizzando il reato di vilipendio.
Il potere relativo all’instaurazione dei procedimenti d’accusa è attribuito dalle norme costituzionali al Parlamento in seduta comune, del quale è da considerarsi organo il ‘Comitato per i procedimenti d’accusa’ che rappresenta la prima fase di una complessa procedura relativa all’amministrazione della giustizia politica nei confronti di soggetti investiti di responsabilità costituzionali.
L’articolo 90 della Costituzione prevede l’irresponsabilità del Capo dello Stato per gli “atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione”. L’istanza del M5s si incentrerà principalmente sul caso delle intercettazioni tra il Capo dello Stato e Nicola Mancino nell’ambito della cosiddetta trattativa Stato-Mafia. Ma nell’istanza ci saranno, assicurano i Cinque Stelle, anche altre motivazioni.