ANCONA – Litigio fra “grillini” della prima e della seconda ora davanti alle telecamere di Rai, Servizio Pubblico e Sky, dopo il comizio di Beppe Grillo a sostegno del candidato sindaco M5S di Ancona, Andrea Quattrini.
Il caso dei ‘dissidenti’ del prof. Mauro Gallegati, i candidati del 2009 esclusi dalle liste per le comunali, è diventato nazionale, e il camper di Grillo fa appena in tempo a sgommare via da piazza Pertini che le tensioni riesplodono, pur in toni civili, sotto le domande dei giornalisti.
”In 905 giorni non avete mai convocato un’assemblea pubblica, avete candidato Quattrini ‘in segreto’, escludendo dalla mailing list tutti gli altri” attacca Stefano Stefanelli, che aveva atteso invano di parlare con Grillo. ”Stefano, siamo amici, ma lo sai che non è andata così risponde Alessandro Ricci, candidato consigliere a favore dei microfoni. ”Gallegati ingannò i cittadini invitandoli ad una riunione dove Andrea (Quattrini ndr) doveva essere sfiduciato, marzo 2010, dicendo che Grillo sarebbe stato collegato tramite Skype. Andiamo lì, aspettiamo la connessione ma la connessione non c’è. Peccato che avevamo una mail di Beppe che diceva che mai si sarebbe connesso e non sapeva nulla di questa cosa. Domando, è nei principi dei 5 stelle ingannare i cittadini?”.
”Basta – grida un terzo dal fondo – basta parlare con le tv, danneggiano il movimento…e la gente non ne può più!”. ”Stefanelli, ti hanno buttato fuori, non puoi parlare per I 5 stelle!’‘ urla un altro. E lui di rimando: ”Quando, quando mi hanno buttato fuori? Io non lo so, aspettate un attimo che mi collego a internet per controllare”. Gallegati in piazza non c’è, è malato e oggi – spiega un’altra dissidente, all’insegna della trasparenza estrema – ”si è sottoposto per la prima volta ad una terapia sperimentale, che gli ha impedito di venire. Voi giornalisti dovete sapere che ‘questa gente’ (i ‘certificati’ ndr) ha avuto il coraggio di accusarlo di non aver mai affisso un manifesto, lui, che è costretto su una carrozzina!”.
Un militante giovanissimo, quasi piange in un angolo: ‘In tasca avevo un cartello contro Quattrini ma non l’ho tirato fuori, noi al movimento ci teniamo, siamo dilaniati, non vogliamo danneggiarlo…”. I dissidenti, in piazza una cinquantina, su 2.500 persone che hanno assistito allo Tsunami tour, ci tengono a far sapere che ”il problema non è dentro M5S, ma solo qui, ad Ancona, dove avevamo chiesto le primarie”.
”Le primarie – lo interrompe Ricci – sono state fatte solo a Roma, in modo sperimentale”. ”Alessandro, questa è la fine, lo capisci? – lo interrompe Stefanelli – dove sono le regole, la trasparenza?”. Qualcun’altro srotola uno striscione pro Quattrini per coprire le riprese. Alla fine, è quasi mezzanotte e si sente uno che dice: ”Ma lasciate perdere, mandateli a votare Pd, è inutile”.
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