M5S, Luigi Di Maio: “Io premier, non ci sono altre alternative”

M5S, Luigi Di Maio: "Io premier, non ci sono altre alternative"
M5S, Luigi Di Maio: “Io premier, non ci sono altre alternative”

ROMA – “Se avremo la maggioranza assoluta governeremo soli; se no, consapevoli di essere la prima forza politica, non lasceremo l’Italia nel caos creato da questa legge elettorale“. Tuttavia accettare di fare un passo indietro da premier “significherebbe entrare nella solita dinamica dello scambio di poltrone”. Intervistato dalla Stampa, il capo politico del M5S, Luigi Di Maio, spiega che non intende rinunciare alla presidenza del Consiglio, “ma sono importanti le convergenze: non pretendiamo dal presidente della Repubblica il mandato solo perché siamo la prima forza politica, ma vogliamo creare le condizioni affinché il presidente possa constatare l’esistenza di una maggioranza intorno a un programma di lavori”.

Nella squadra di governo, che sarà presentata prima del voto, “vogliamo mettere persone giuste al posto giusto“, spiega Di Maio, secondo cui non ci sono alternative: “Queste persone o dialogano con noi per un governo, o è complicato trovare il 51%”. L’ipotesi di tornare al voto “è la volontà di Berlusconi e Renzi: noi proviamo con un appello pubblico”, evidenzia. Sulla coalizione di centrodestra, “il presidente Mattarella che dà l’incarico a uno schieramento che non ha la maggioranza non ce lo vedo. La coalizione di centrodestra si sfalderà la sera delle elezioni, quando realizzerà di non avere il 51%”.

Nell’intervista Di Maio spiega che l’Europa non deve temere il M5S: “Berlusconi ha in pancia gli alleati degli estremisti di destra europei”, rileva riferendosi a Salvini. Sul rapporto deficit/Pil, “la nostra volontà è fare deficit ma non per forza sforando il 3%”. In merito alla Tav, “è un progetto superato”. Parlando dei problemi nelle liste, “sul tema massoneria stiamo parlando di tre casi subito messi fuori, a cui farò causa per danno d’immagine”, dichiara il leader M5S. Su chi ha barato nei rimborsi, “abbiamo molta fiducia che il presidente della Corte d’appello possa non convalidare la proclamazione. Noi vorremmo procedere per danno d’immagine anche verso di loro, ma se rinunciano alla proclamazione la chiudiamo qui”.

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