ROMA – Il Movimento 5 Stelle risponde a Milena Gabanelli: “Le mandiamo tutto il resoconto della nostra attività”. Nell’ultima puntata di Report, la Gabanelli aveva chiesto dove finissero i guadagni del blog di Beppe Grillo. I deputati del M5s hanno detto che consegneranno ”alla redazione di ‘Report’ la raccolta completa di tutte le attività parlamentari svolte” e avvisano: ”Ora, però, lasciateci lavorare”.
Secondo il deputati del M5S si tratta di ”una chiara ed evidente risposta all’assunto di Milena Gabanelli secondo cui il M5S si sarebbe occupato solo di ‘scontrini’ e non dei ‘tre milioni di disoccupati’ italiani”. ”Si chiede a tutti di lasciare lavorare i deputati affinché adempiano al mandato conferitogli da quasi 9 milioni di cittadini italiani. E, per chi ancora ritenesse di voler proseguire nell’indagine sulle tasche dei deputati del M5S, non prendendosi la briga di compulsare altri parlamentari in merito alle loro spese, ricapitoliamo quanto fino a ora il MoVimento 5 Stelle ha fatto risparmiare allo Stato italiano – conclude la nota – Rinuncia rimborsi elettorali: 42 milioni di euro. Rinuncia indennità fine mandato: 1,62 milioni di euro. Rinuncia della metà degli emolumenti: 5 milioni di euro. Rinuncia indennità di carica: 155 mila euro. Rinuncia alle spese generali aggiuntive: 3,5 milioni di euro”.
I deputati del M5s se la prendono poi con la stampa in generale: ”E’ la stampa che si è occupata di ricevute, ignorando i disoccupati e tutti coloro che in questo momento soffrono per la profonda crisi che attraversa il Paese”.
”Per i parlamentari, i loro assistenti e tutto il personale che lavora per il MoVimento 5 Stelle ma, soprattutto, al servizio dell’Italia, la consegna del ‘report’ (alla redazione di ‘Report’ di Rai3, ndr) mette la parola fine a questi primi 66 giorni di ‘assedio’. Lasso di tempo denso di avvenimenti e colpi di scena che sono, però, serviti solo a inquinare ulteriormente il già precario quadro politico”, scrivono i deputati del M5S.
”In questo periodo – si legge ancora – si e’ anche manifestata una nuova moda mediatica, la ‘caccia al ‘grillino”, mentre i partiti politici hanno continuato comodamente a replicare quegli stessi comportamenti che avevano stigmatizzato in campagna elettorale”.