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ROMA – M5S parlamentarie, la rabbia degli esclusi. Sul web monta l’hashtag #annullatetutto. Era prevedibile e alla fine è accaduto: il via alle parlamentarie del M5S, nella tornata elettorale in cui il Movimento parte quasi da favorito, coincide con una scia di rabbia che unisce, da Nord a Sud, gli esclusi dalla rosa.
Attivisti storici, parlamentari uscenti come Roberto Cotti e Francesco Cariello, non si sono ritrovati nell’elenco dei votabili laddove – questa è l’accusa di diversi iscritti – figurano candidati che non avrebbero completato l’invio delle certificazioni. E poi, complice la folla di “votanti virtuali”, c’è il caos telematico sul sistema Rousseau puntualmente segnalato dagli iscritti sul blog di Beppe Grillo.
Non a caso, lanciando la due giorni di parlamentarie, i vertici mettono in conto una proroga delle votazioni, dalle 10 alle 14 di giovedì. L’obiettivo è diffondere i risultati entro la fine della kermesse di Pescara che, nel weekend, vedrà riuniti per il “training” sul programma candidati vincenti, potenziali e chissà, anche bocciati. E intanto, prende forma l’ira degli esclusi.
“C’è stata una grossa scrematura” e in alcune Regioni si attende ancora l’arrivo dei certificati penali e sulle indagini a carico, spiegano i vertici M5S sottolineando come la selezione sia stata fatta non solo sui curricula ma anche sui contenuti di post e dichiarazioni: “un No-Vax, ad esempio, noi non lo candidiamo”, si spiega. Eppure, in tanti protestano. “Le parlamentarie sono un caos”, sottolinea il pugliese Alberto Siculella. Nel palermitano Daniela Morfino, attivista da 9 anni, sbotta: “Sono stata esclusa dalle liste senza motivo, forse pesto i piedi?”.
Mentre a Roma un escluso eccellente è l’ex assessore al Bilancio Andrea Mazzillo che si dice “molto dispiaciuto” e in attesa di chiarimenti. Sempre in Puglia il deputato Chiariello (lontano dall’ala “dimaiana”) accusa i vertici di averlo escluso “per una condanna politica e estinta, di cui il gruppo parlamentare era a conoscenza”. Mentre su twitter monta, in serata, l’hashtag “#annullatetutto”.
“Tutto previsto”, è la reazione dello staff M5S consapevole che, rispetto alle parlamentarie del 2013, molto è cambiato nell’universo a 5 Stelle. E, non a caso, Di Maio parla di “100 parlamentari uscenti” riconfermabili e di “un gruppo da ricreare per il quale abbiamo detto alle migliori menti di farsi avanti”. Criterio, questo, che sarà usato anche per i collegi uninominali e per la squadra di governo.
“Al Tesoro dovrà andare una persona nota agli investitori internazionali”, spiega, aprendo a un ministro non pentastellato: “miriamo a coinvolgere persone che sono del M5S ma non lo sanno”. E Di Maio lancia i suoi strali contro la Rai – “oggi per come è combinata non pagherei un euro di canone” – e sui vaccini precisa la posizione del M5S, favorevole all’obbligatorietà di sole 4 profilassi. “Un’obbligatorietà assimilata all’Ue”, sottolinea Di Maio, candidato nel collegio di residenza come tutti i parlamentari uscenti, il cui ruolo viene tra l’altro ricordato nei profili da votare alle primarie online.
“Ma non è un aiuto, gli iscritti ci conoscono”, si schermisce un deputato. A Pescara, poi, toccherà tirare le fila su programmi e candidati. Con l’incognita della presenza di Beppe Grillo, che il 22 gennaio dovrebbe ufficializzare la separazione del suo blog dal M55. “Grillo c’è, farà la campagna elettorale”, assicura Di Maio.