Il gruppo pentastellato aveva chiesto l’istallazione del distributore ad una società privata che normalmente rifornisce uffici, scuole e mense con bevande e snack. In breve tempo, il piano cinquestelle si è trasformato in meta di pellegrinaggio di dipendenti e parlamentari di tutti i gruppi per una pausa caffè. Troppi, secondo i cinquestelle che si sono visti costretti a chiamare sempre più spesso la società per il rifornimento.
“Il distributore era sempre a secco e l’azienda ci ha detto che non poteva passare tutti i giorni”, hanno spiegato i 5 Stelle. A quel punto i pentastellati hanno deciso di trasferire il distributore nella zona a loro riservata, dove gli altri gruppi non hanno accesso. E, se non bastasse, proprio nei pressi di un cartello dissuasivo: “In caso di accesso agli uffici del gruppo M5S – è scritto – si prega, cortesemente, di farsi annunciare da un assistente parlamentare”.
E’ stata la scintilla che ha fatto scoppiare la guerra del caffè. I dipendenti degli altri gruppi hanno replicato con ironia: “Ecco la vera casta”. La storia del distributore ha fatto il giro del web. Così i cinquestelle hanno “pubblicato” un nuovo cartello: “Invece di lagnarvi, potete richiedere anche voi al vostro capogruppo la macchinetta del caffé/snack! Ed è gratuita”.