ROMA – M5S, rissa (e bestemmie) su Italicum e candidato premier. Due interventi in due giorni, per ribadire in maniera diversa un concetto la cui chiarezza si è forse diradata nelle pieghe della crisi di governo: il candidato premier del M5S verrà deciso dalla Rete e applicherà il programma votato dalla Rete stessa. Beppe Grillo entra così, in tackle, su un Movimento che, sull’onda delle tensioni interne, ribolle prepotentemente in vista delle possibile urne, dando corpo a correnti, candidature e contro-candidature. Con, sullo sfondo, la dicotomia che si fa avanti ormai da tempo nei 5 Stelle: quella tra ‘realpolitik’ e ortodossia.
Lite sull’Italicum. Dicotomia emersa anche ieri, durante un’assemblea dei parlamentari che Roberto Fico descrive come “partecipata e appassionata”. Vero, anche perché il dibattito tra i pentastellati è stato vivace e si è fatto teso quando all’Odg è comparsa la certificazione del sostegno al Legalicum (l’Italicum depurato dal vaglio della Consulta) e la contestuale archiviazione del Democratellum. Una scelta ‘calata dall’alto’ che ci mette alla pari con gli altri partiti, hanno protestato in molti sull’onda di un post al veleno, su Facebook, di Andrea Colletti. E c’è, poi, il grande rebus della premiership.
Assemblea tesa (con bestemmia). Ilaria Lombardo su La Stampa rivela la tensione interna a malapena dissimulata all’esterno: per esempio il deputato Matteo Mantero chiede ironico “di abolire l’ordine del giorno sulla legge elettorale, perché tanto l’assemblea congiunta è già stata bypassata”.
Si sentono battute sprezzanti sulla «leadership di fatto costruita dalla comunicazione». Il riferimento è Di Maio. Prende la parola Paola Taverna: «Sul candidato premier non dobbiamo dividerci -si sfoga – sennò diventiamo un bersaglio facile per i giornali». La tensione aumenta. E’ tardi. Alla proposta di riprendere l’assemblea all’indomani, cioè ieri, tra i senatori si sente: «Ma è festa!». La deputata Laura Castelli sbotta, si lascia andare a una bestemmia e urla «C’è la crisi di governo e voi pensate a stare a casa? Già ogni settimana, non siete mai a lavoro il venerdì». (Ilaria Lombardo, La Stampa)
Il post riparatore di Fico e Lombardi. Una partita per nulla scontata, che se vede Luigi Di Maio da tempo considerato come ‘candidato in pectore’ registra anche, la disponibilità di Fico a sfidare il suo collega. E non è un caso, visto che i due viaggino da mesi su sponde opposte. Roberta Lombardi, invece, non smette di polemizzare con la giunta a Raggi sostenendo che Mafia capitale è ancora in Campidoglio. Entrambi, Fico e Lombardi sono stati riportati all’ordine dal diktat di Grillo e si sono affrettati a pubblicare un post riparatore su Facebook. Perché il pericolo ora è l’esacerbarsi di quelle correnti che nell’ ‘oltre-politica’ dell’ideologia pentastellata sono vietate.
“Non esistono correnti. Il candidato premier proporrà agli italiani il programma di governo 5 Stelle votato in Rete”, è la sentenza che arriva via blog da Grillo. Un Grillo che, dopo il trionfo del No, ha scelto di restare un po’ in disparte ‘saltando’ le consultazioni al Colle e preparandosi per lo spettacolo che, lunedì, lo vedrà sul palco a Genova.
Un Grillo, tuttavia, che non può replicare il ‘passo di lato’ di qualche tempo fa. “Chi vuole partecipare alla scrittura del nostro programma di governo e all’individuazione delle persone che lo attueranno, lasci da parte le questioni personali e si rimbocchi le maniche per remare nella direzione che deciderà la nostra comunità. Altrimenti si faccia da parte”, è l’aut-aut di Grillo. Una vera e propria ‘ramanzina’ che riguarda tutti, si evidenzia nel Movimento ma che, via twitter, Fico fa prontamente propria dicendosi “prontamente d’accordo”.
Di Battista ribadisce il referendum sull’euro. E che arriva a poche ore da un’intervista di Alessandro Di Battista a Die Welt (di 3 giorni sottolineano nel M5S) e tradotta oggi da La Repubblica. Intervista nella quale il ‘Dibba’ sciorina i punti chiave del programma di governo a 5 Stelle non eludendo quel referendum sull’euro che tanto spaventa l’Europa e che, oggi, porta a dire il presidente di turno – il premier slovacco Robert Fico – che il binomio voto anticipato-vittoria M5S, sarebbe un “problema serio” per l’Ue. Pure indicazioni, come ribadito oggi da Grillo: realpolitik o meno il M5S “ha un solo corpo e una sola anima”. E, non a caso, sabato alle consultazioni con Mattarella non si presenterà nessun altro al di fuori dei due capigruppo.