ROMA – Il Sole 24 Ore riassume (questo il link originale) il programma del Movimento 5 Stelle per le europee. No al fiscal compact, cioè al reciproco impegno dei paesi europei di portare i rispettivi debiti pubblici entro la soglia del 60% in 20 anni o più, a secondo dell’andamento economico.
No al pareggio di bilancio, cioè all’impegno scritto nella Costituzione di molti Stati, tra cui la Germania e adottato anche dal parlamento italiano, di avere a fine bilancio anno per anno un sostanziale pareggio (ammesso uno 0,5 di scostamento o scostamenti più ampi in caso di gravi crisi economiche o calamità naturali).
No al rispetto del limite del 3% come rapporto tra deficit annuo e debito pubblico complessivo.
Referendum sull’euro, cioè sulla permanenza o meno dell’Italia nella moneta unica.
Eurobond, cioè titoli di debito pubblico europei sottoscritti e garantiti dai bilanci di tutti gli stati (la Germania garantisce per Italia e viceversa).
Lavoratori precari con indennità, cioè i lavoratori con contratto a termine devono essere pagati di più per compensare il rischio di non avere un posto fisso.
Più soldi europei a contandini e agricoltori.
Più soldi per l’immigrazione. Diritto d’asilo solo per quanti ne hanno davvero bisogno
Web tax da definire a livello europeo.
Tobin tax da introdurre a livello europeo.
Decimo e ultimo punta che riguarda l’Europa fino a un certo punto, il M5s non si schiera per la parità di genere nelle liste elettorali.
I punti forti, i veri comandamenti del decalogo sono comunque quindi i no a tutte le regole economiche e gli impegni dei trattati tra gli Stati che tengono in piedi l’unione economica e la moneta unica.