I fatti di Macerata infiammano la campagna elettorale. Ma per Matteo Renzi non è stato terrorismo I fatti di Macerata infiammano la campagna elettorale. Ma per Matteo Renzi non è stato terrorismo

Macerata, Matteo Renzi: “Spari razzisti ma non è terrorismo”. E Grasso…

I fatti di Macerata infiammano la campagna elettorale. Ma per Matteo Renzi non è stato terrorismo
Macerata, Matteo Renzi: “Spari razzisti ma non è terrorismo”. E Grasso…

ROMA – Macerata infiamma la campagna elettorale, ma Matteo Renzi si tiene a distanza di sicurezza. Secondo il leader del Pd il raid di Luca Traini non è stato infatti un atto di terrorismo. “Non ho parlato di guerra dopo il Bataclan, non parlo di terrorismo oggi”, dice al quotidiano la Repubblica. Tutto il contrario di Pietro Grasso, che a Radio Anch’io replica: “Sparare contro le persone è terrorismo puro. Tra colpire persone con un ordigno o sparare mi faccia capire Renzi la differenza”.

“C’è un fatto di cronaca terribile causato dall’ideologia neonazista – ha spiegato Renzi – Va perseguito il colpevole e combattuta una battaglia per sconfiggere questa cultura di morte”. E precisa: “E’ falso che il Pd sottovaluta” la questione, ma “siamo responsabili. E non ha senso alzare le tensioni per lucrare mezzo punto di consenso nei sondaggi”.

Rispondendo a una domanda sugli attacchi quotidiani del segretario della Lega, Matteo Renzi afferma che “l’atteggiamento di Salvini è inqualificabile. Se proprio si deve qualificarlo, la parola giusta è squallido. Tuttavia non lo inseguo nella sua lucida follia. Non lo considero il mandante morale e non lo etichetto come corresponsabile”. Ma contrattacca: “Con quale credibilità afferma di essere in grado di controllare il territorio uno che non riesce a controllare i propri candidati?”.

Renzi difende pure il ministro dell’Interno, Marco Minniti, accusato da sinistra di leghismo: “Minniti sta facendo un ottimo lavoro”. E il sindaco Pd di Macerata, Romano Carancini, che ha chiesto di sospendere ogni manifestazione in città, quelle neofasciste, ma anche quella dell’Anpi: “Quando accadono fatti così gravi – lo difende il segretario Pd- il compito di un sindaco è quello di abbassare i toni, nessuno rinuncia alla piazza antifascista, ma se viene fatta a Roma anziché a Macerata, con il consenso dell’Anpi, non ci vedo nulla di male”.

Quanto a ipotesi di grandi coalizioni, sull’esempio della Germania, ribadisce: “Non vedo praticabile la strada delle larghe intese con questa destra, né con questi grillini: noi non facciamo accordi con gli estremisti”. E sulla soluzione paventata da D’Alema di un governo del presidente commenta: “Che D’Alema abbia molta voglia di tornare sulla scena, d’intesa con Berlusconi, non è un mistero. Non so come farà Fratoianni a seguirlo: penso che Leu si dividerà subito”.

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